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Rocco Scotellaro: cantore lucano

2 ' di lettura

Tricarico (MT) 19 aprile 1923. È primavera, il sole è sempre più alto e caldo ma accarezzato dal venticello piacevole, le strade del paese sono deserte, la gente è andata di buon mattino nei campi, pronti per essere seminati. All’improvviso

lo strepito di un bambino rompe il silenzio dominante: è nato Rocco Scotellaro, il poeta contadino, il simbolo del riscatto del Mezzogiorno.

La Lucania, una terra in gran parte arida e argillosa, polverosa e assolata d’estate, fangosa e ostile d’inverno, in cui il tempo sembra essersi fermato e immobile non scorre. Abitata da uomini che non si definiscono neppure tali, né tantomeno cristiani, bensì bestie, in quanto Cristo da loro non è mai arrivato. Eppure è in questo tratto di macchia mediterranea, un luogo all’apparenza abbandonato, fuori dal mondo e dalla storia in cui le stagioni si ripetono e ogni anno è uguale al precedente e a tutti quelli che sono venuti e che verranno, che nasce la speranza.

La speranza sì, Rocco Scotellaro ne è la dimostrazione vivente. Legato fin da ragazzo alla sua terra e ai sui abitanti tanto da esserne il loro scrivano, Scotellaro, nonostante gli studi prima e gli incarichi poi lo portarono lontano, non abbandona mai le sue radici e nel 1942 vi fa ritorno deciso a smuovere le acque, a risvegliare la classe politica e a farle aprire gli occhi sulle condizioni non più tollerabili che il Meridione è costretto a subire.

Autore di inchieste sulla vita contadina, Scotellaro, cosi come Carlo Levi, definito dallo stesso intellettuale suo mentore, è convinto che i mutamenti sociali che sarebbero giunti con l’apertura della Lucania e del Sud dovevano essere guidati, accompagnati non forzati e soprattutto condotti in piena autonomia e consapevolezza. Soltanto in questo modo la questione meridionale, fondata sui tre concetti della coesistenza di due diverse civiltà (quella contadina e quella borghese), della liberazione dalla miseria e dell’abolizione di ogni potere dei grandi proprietari e della piccola borghesia, si sarebbe risolta.

Una vita dunque intensa anche se molto breve stroncata nel 1953 da un infarto e ricordata in occasione dei solenni funerali con migliaia di fotografie dell’intellettuale affisse sulle pareti delle case dei lucani accanto ai volti di Gesù e della Madonna.

Palcoscenico di questa vita la Lucania: una terra incontaminata, arcaica, incastonata tra il sacro e il profano, che ha dato i natali a personalità note e di cui il piemontese Carlo Levi se ne è innamorato in modo quasi viscerale tanto da richiedervi di essere seppellito porta a dubitare dove Cristo si sia effettivamente fermato.

Pertanto Cristo si è davvero fermato ad Eboli?

Maria Cafaro Tricarico (MT) 19 aprile 1923.

……………………..

E ancora su Rocco Scutellaro, Salgoalsud vi propone anche un secondo interessante articolo, pubblicato nel suo blog da Simona Pellegrini: Rocco Scotellaro, il poeta contadino .

Di Rocco Scotellaro si è parlato anche in questo podcast di Radio Potenza Centrale: clicca qui per ascoltare.

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