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Perché i Golden Globe 2022 non sono stati trasmessi

4 ' di lettura

I Golden Globe 2022 non sono stati trasmessi in tv. La cerimonia, senza star e red carpet, è passata in sordina. Questo perché, nell’ultimo anno, gli scandali hanno travolto l’associazione che li gestisce

Ogni anno, qualche settimana prima degli Oscar, vengono assegnati i Golden Globe – premi cinematografici e televisivi secondi soltanto all’agognata statuetta placcata d’oro. Di solito, chi vince un Golden Globe ha molte probabilità di vincere anche un Oscar – un po’ per la pubblicità, un po’ perché l’Academy viene “influenzata” da ciò che è successo –, ma quest’anno le cose sono andate diversamente.

Breve storia dei Golden Globe

I Golden Globe nacquero nel 1944 su iniziativa della Hollywood Foreign Press Association (HFPA), un’associazione formata da giornalisti – si legge su Wikipedia – che “rappresentano l’industria del cinema statunitense in una varietà di media al di fuori degli Stati Uniti”. L’Associazione, fondata nel 1943 da alcuni reporter del “Daily Mail”, già l’anno dopo consegnò i primi “globi d’oro”. Nel ’56, poi, i premi furono estesi anche alla televisione, diventando – ancora una volta – secondi solo agli Emmy. Attualmente, fanno parte dell’HFPA circa un centinaio di giornalisti sparsi in cinquantacinque paesi del mondo; questi, ogni anno, votano i migliori film e le migliori serie. A differenza delle altre edizioni, però, quest’anno la cerimonia non è stata trasmessa in tv, non è stata presentata da nessuno e i premi non sono stati consegnati dalle star – e tutto perché il vaso di pandora dell’ipocrisia hollywoodiana si è scoperchiato.

Nel 2020, l’attore Ricky Gervais – proprio ai Golden Globe – raccontò Hollywood in soli sette minuti 

Che cos’è l’HFPA e cosa c’entra

Il problema principale dei Golden Globe è che l’HFPA è formata da pochissime persone. Siccome negli anni sono diventati premi importantissimi – e vincerne uno apre le porte agli Oscar e a nuove opportunità –, le case di produzione hanno sempre trattato questi giornalisti nel migliore dei modi, viziandoli e corrompendoli. Proprio la facilità con cui i pochi reporter venivano “comprati” affinché assegnassero certi premi a certi film è stata uno dei motivi che hanno portato al boicottaggio della cerimonia 2022. Il febbraio scorso, una serie di articoli del “New York Times” e del “Los Angeles Times” misero in luce alcune controversie. La più importante – e che riassume, in un certo senso, tutta la faccenda – è che quasi tutti i membri sono uomini bianchi, anziani e restii a riformarsi e ad ammettere persone più giovani. La gestione stessa dell’Associazione, poi, è a dir poco oscura: un indiano rappresenta Singapore; un olandese l’Australia. Inoltre, passandosi per organizzazione no-profit – scrive “Il Post” –, l’HFPA “era riuscita ad accumulare oltre 50 milioni di dollari, […] e contemporaneamente elargendo viaggi, premi e benefici vari ai suoi membri, e ottenendone altri dalle produzioni interessate a influenzarli”.

Le controversie

L’HFPA, dopo le inchieste del febbraio scorso, è stata travolta da una valanga. Una volta emerso il primo problema, infatti, sono arrivati tutti gli altri. In realtà, le cose erano cominciate quattro anni fa, quando l’attore Brendan Fraser denunciò l’ex presidente dell’HFPA per averlo molestato nel 2003. Un’indagine interna aveva concluso che in effetti l’ex presidente aveva agito come Fraser sosteneva, ma che non ci fosse stata malizia. L’HFPA, quindi, chiese all’attore di firmare un documento in merito, ma ad oggi non si sa cosa ci fosse scritto. Quello che è certo è che Fraser, in seguito all’episodio, si è ritirato dalla vita pubblica e ha lavorato sempre meno – almeno fino agli ultimi anni. Nel maggio 2021, Amazon e Netflix hanno detto che non lavoreranno più con l’HFPA finché non saranno fatti cambiamenti e riforme. L’Associazione, di contro, qualcosa ha fatto – per la diversità e le minoranze –, ma nessuno ci ha creduto davvero fino in fondo. WarnerMedia, però, così come le due piattaforme di streaming, ha sostenuto che non sono cambiamenti sufficienti.

Di base, parafrasando e usando il buon senso, sorge spontaneo chiedersi se questi cambiamenti sono fatti perché è giusto, o solo perché si spera di mettere a tacere gli scandali. Reclutare nell’Associazione persone di colore solo perché così “vuole” la società non è tanto diverso dal non reclutarle affatto – casomai, bisognerebbe farlo perché sono bravi giornalisti. Chissà come devono sentirsi queste persone – neri, donne… – ad essere invitate in un’organizzazione che fino a poco prima era risaputo essere razzista e non-inclusiva. Penseranno di essere state incluse per merito o perché “si doveva fare”?

È cambiato qualcosa?

In effetti, dal febbraio 2021 a oggi, alcune cose sono cambiate. L’HFPA ha un nuovo presidente – ora è la giornalista tedesca Helen Hoehne – e ha aggiunto nuovi membri – un terzo neri e metà donne. Ha annunciato di aver modificato alcune regole interne, e ha cambiato il modo di candidare i film e le serie: prima erano le case di produzione a presentare le nomination, ora è l’HFPA stessa – e questo per evitare corruzioni e simili.

Quest’anno, però, la NBC ha comunque deciso di non trasmettere la cerimonia, facendo perdere introiti e visibilità all’HFPA. Il fatto è che l’Associazione viveva benissimo la contraddizione e l’ipocrisia di Hollywood: tutti sapevano che era marcia e corrotta, ma nessuno diceva niente perché per le majors era importante avere film premiati coi Golden Globe. Questo, ovviamente, prima di significativi cambiamenti sociali e movimenti come il #MeToo, in seguito ai quali le grandi case di produzione hanno cominciato ad avere più interesse alla loro immagine. L’unica soluzione per l’HFPA, insomma, è cambiare del tutto, anche se poi bisognerebbe capire come questo cambiamento sarà percepito. È una trasformazione sentita e dettata da un sincero esame di coscienza, oppure l’hanno fatto solo perché Hollywood sta cercando di essere meno ipocrita? Senza contare che, in futuro, i Golden Globe potrebbero essere sostituiti per importanza da altri premi simili, come i Critic’s Choice Awards.

I Golden Globe 2022

Quest’anno, MJ Rodriguez (Pose) ha vinto il Golden Globe per la migliore attrice in una serie tv drammatica. È la prima attrice trans a vincere il premio – la prima attrice trans a vincere un qualsiasi premio di tale importanza –, ma viene da chiedersi con quale sincerità l’abbiano votata i giornalisti accusati di essere razzisti, corrotti e poco inclusivi. È vero che hanno votato anche i nuovi membri, ma comunque meglio averle dato il Golden Globe adesso che non averglielo dato affatto – con la speranza, magari, che nel futuro siano scritturati attori e attrici LGBTQ+ per ruoli LGBTQ+, sceneggiatori e sceneggiatrici che scrivano le loro storie e registi e registe che le dirigano. Insomma, che il mondo di Hollywood faccia davvero autocritica è necessario.

Le persone di tutto il mondo hanno sempre guardato a Hollywood e al Cinema con fascinazione, immedesimandosi e sognando le storie che vedevano sullo schermo. Per quale motivo alcune di queste persone non dovrebbero avere eroi e eroine con cui identificarsi e storie che raccontino di loro? Soprattutto oggi, in cui questi argomenti sono dibattuti, vengono alla luce e – fortunatamente – assumono il peso che fino a qualche anno fa, per mille motivi, non avevano. L’HFPA sostiene che loro sono sempre stati così e che tutti lo sapevano. Non che questa sia una scusa per essere razzisti e corrotti, ma la società intorno a loro è cambiata. Una rivoluzione, anche se a piccoli passi, da qualche parte deve partire.

Alessandro Mambelli

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