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Coscienza globale nell’era dell’antropocene, una sfida per il futuro

3 ' di lettura

Coscienza globale nell’era dell’antropocene, consapevolezza del limite e le sfide per il futuro , è questo il titolo dell’ ultimo webinar nel ciclo di “Seminari di giornalismo“. L’incontro conclusivo è stato introdotto da Martina Giuffrè, docente di antropologia della contemporaneità e rappresentazione dell’alterità e da Marco Deriu, docente di sociologia della comunicazione politica e ambientale.

antropocene

L’ospite del giorno è Loretta Napoleoni collegata dal suo appartamento di Londra e introdotta, dalla docente Giuffrè. Loretta Napoleoni è economista, saggista, consulente di governi e organizzazioni internazionali, autrice di numerosi best seller tradotti in 18 lingue come Maonomix e Terror Incorporated. L’ultima pubblicazione Sul filo di lana è «una metafora per parlare non solo dei ricordi personali e vicende sentimentali ma anche un modo per raccontare i meccanismi politici ed economici»; un filo di lana che si intreccia alla sua specializzazione, l’ economista è esperta di finanziamento del terrorismo e riciclaggio di denaro oltre ad essere presidentessa del gruppo di contrasto al finanziamento del terrorismo a Madrid.

Napoleoni partecipa regolarmente come commentatrice e opinionista per CNN, Sky e BBC; è editorialista e scrive per diversi giornali finanziari europei tra cui El Pais, The Guardian e Le Monde. Una delle prime giornaliste ad intervistare, negli anni ’90, le Brigate Rosse, negli anni successivi riunisce i capi di Stato di tutto il mondo per combattere il finanziamento delle reti terroristiche.

Un webinar quello di coscienza globale nell'era dell'antropocene che indaga insieme a Loretta Napoleoni questo futuro sempre più presente.
Dal webinar, a sinistra la prof.ssa Martina Giuffrè, il professore Marco Deriu e Loretta Napoleoni

La modernità dell’era antropocene

Viviamo nell’era dell’antropocene. Cos’è? «Un’era in cui a guidare i cambiamenti non è più la natura ma l’uomo e ciò che lui ha creato» spiega Loretta Napoleoni. La saggista confessa di presentare la tesi principale del suo nuovo libro in lavorazione e «poi ditemi cosa ne pensate» – dice. Entrando nel vivo dei contenuto spiega come l’essere umano si trovi a vivere in un momento di transizione unico; viviamo in un processo rivoluzionario creato dall’uomo che offre alla nostra specie nuovi poteri. Questi porterebbero o ad una forza cosmica o all’estinzione. «Abituati a seguire la natura ora che l’essere umano l’ha piegata, avverte ansia e paura del futuro. L’umanità sta attraversando una mutazione esistenziale della specie dove ciò che cambia non è il nostro corpo ma la nostra mente». Un’era che vede protagonista la tecnologia e la sua intelligenza artificiale.« E se alcuni giovani e visionari come Elon Musk hanno accettato la modernità dell’antropocene, altri si sentono persi e vorrebbero tornare in un mondo che non c’è più». Loretta Napoleoni chiama questa transizione Presente futuro; il tempo scorre così veloce da fondere il futuro nel presente mutandolo in realtà di tutti i giorni.

L’emigrazione su Marte per salvare la specie

Il cambiamento del nostro pianeta è evidente, la terra non riesce a sostenere più la presenza umana e le risorse stanno finendo. È impossibile – sostiene Napoleoni – che la specie umana faccia fronte a questa emergenza. Perché? L’istinto di sopravvivenza chiede all’uomo di moltiplicarsi e migliorare il suo stile di vita, «siamo programmati per consumare la terra». La saggista sottolinea come si guardi sempre al lato negativo di questa transizione, a cosa ci sta togliendo. Aria pulita, ghiacciai e colore alla barriera corallina. «Ma c’è anche un lato positivo riconosciuto nel progresso tecnologico, abbiamo poteri che permettono di evitare la catastrofe. Un’ emigrazione su Marte potrebbe essere una soluzione. Tesi sostenuta oltre che da Elon Musk e anche da quella generazione definita Marte, compresa fra i 25 e i 35 anni». La migrazione e la colonizzazione sono parte della storia umana. Prosegue poi con una critica ai patti governativi ritenuti inutili o non rispettati, di fronte a questo cambiamento, di cui tutti siamo consci, c’è una paralisi esistenziale; politici e singoli fanno fin troppo poco per salvare la terra, è impossibile nella vita del futuro pensare in modo pragmatico alla sostenibilità. La tecnologia però – sottolinea Napoleoni – dovrà essere usata in un sistema che non sia come quello attuale: oligopolista.

Dalle cripto valute all’infido social media

La discussione tocca tematiche finanziarie parlando dei bitcoin, la cripto valuta creata nel 2009 da Satoshi Nakamoto (pseudonimo) fino al dark web: una sfida che fa discutere le banche centrali di tutto il mondo. Parlando di intelligenza artificiale non si può non menzionare i social media. In questo mondo di pollici all’insù e cuoricini, l’individuo cerca continuamente approvazione e accettazione dal resto della tribù perseguendo una falsa idea di popolarità. Le conseguenze sono tragiche, nella prima generazione esposta ai social media è aumentato, con un 200%, l’ autolesionismo e la depressione dell’80%. Nei Millennials si registra un’inclinazione minore al rischio, maggiore fragilità, ansia e il non desiderio di prendere la patente.

In conclusione

Una riflessione sulle trappole del consumismo, sulla deriva tecno-centrica della società post-moderna che ha trasformato la persona sociale in uno spettatore passivo incapace di agire critico, mutandolo in un uomo ad una dimensione, prodotto del potere al quale è convinto di opporsi. Una società basata sul capitalismo della sorveglianza, dove paradossalmente l’eccessiva quantità di informazioni trasforma l’uomo in essere acritico ed incapace di scelta, il ruolo visionario di chi ci controlla/manipola è quello di insegnarci: “che cosa pensare” e non “come pensare”. E con la perdita dell’essere si perde anche il valore dell’attenzione civile nei confronti dell’uomo e di ciò che lo circonda. Lo stato di cose porterà verso il nietzschiano oltre-uomo o ultimo uomo? Diverremo uomini capaci di dare un senso all’esistenza, di riscrivere una nuova tavola dei valori, non più trascendenti ed ultramondani, ma legati alla terra e agli istinti vitali? Oppure diverremo quella che il pensiero greco riteneva la parte più spregevole della comunità politica, quella che, risentita, rinuncia alla creazione di valori propri, accettando una vita abitudinaria e guidata da altri? Ad essere recise sono anche le radici che legano l’uomo al mondo della natura. Una morte nella morte. Che ha portato l’individuo a vivere la sua obsolescenza programmata, da homo faber a homo oecomomicus, in un paradigma dove il primato della tecnica ha vinto su tutto.

Maria Cristina Mazzei, Giorgia Persico

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