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L’espressione Universo Cinematografico Marvel – per gli amici MCU – indica tutte le pellicole e le serie tv prodotte dai Marvel Studios a partire dal 2008. Ad oggi sono 23 i film usciti. Il primo è Iron Man e l’ultimo Spider-Man – Far From Home, una serie tv si è appena conclusa – WandaVision –, undici film sono pronti per la distribuzione, in produzione o in fase di sviluppo, cinque serie sono attese per il 2021 e altre sette sono previste per i prossimi anni. È la saga cinematografica più redditizia di sempre – oltre 20 miliardi –, è una delle serie più longeve ed è probabilmente il franchise più conosciuto al mondo; i suoi attori sono amatissimi, Robert Downey Jr. è diventato una storia hollywoodiana di redenzione, la gente impazzisce.
Cosa ha fatto di innovativo e grandioso l’Universo Cinematografico Marvel
Innanzitutto, la Marvel ha avuto il coraggio e la pazienza di programmare una saga sul lungo termine per creare un universo cinematografico espanso, vastissimo e interconnesso come nessuno prima di lei. Alien vs. Predator è stato sicuramente un esperimento pionieristico ma ha fallito; Giorni di un futuro passato ha rilanciato la saga degli X-Men legandola alla vecchia ma l’ha fatto due anni dopo il primo Avengers; tutti i Verse successivi – il Dark Universe, il MonsterVerse, il DCEU – sono stati dei flop clamorosi.
La Marvel è partita con calma, ha costruito il suo universo pezzo dopo pezzo e oggi ha fra le mani un macrocosmo immenso e così interconnesso che si può comprendere appieno solo guardando tutti i film. Nella scena dopo i titoli di coda di Iron Man – scene diventate marchio di fabbrica della saga –, il personaggio di Robert Downey Jr. viene avvicinato da Nick Fury per parlare del “progetto Avengers”; nel secondo film, L’incredibile Hulk, è Tony Stark a contattare il generale Ross; e così via, film dopo film, finché nel 2012 il crossover Avengers unisce i vari personaggi per “combattere quelle battaglie che nessun supereroe, da solo, avrebbe mai potuto affrontare”. Certo, non avere nessuna major rivale che stesse contemporaneamente sviluppando un universo simile che poteva intralciare il loro successo ha facilitato le cose. Ma non bisogna dimenticare la cura con cui questi film sono confezionati e la passione di Kevin Feige – produttore di tutte le pellicole, presidente dei Marvel Studios e ideatore dell’intera saga.
Perché l’MCU ha così tanto successo?
Probabilmente la risposta più crudele e pragmatica sarebbe qualcosa del tipo “ha fatto film che la gente voleva vedere”. E di certo non si allontanerebbe molto dalla realtà. Il fatto è che il cinema è anche un’industria, e l’obbiettivo principale di un’impresa è fare profitto; i blockbusters come i film della Marvel altro non sono che eventi attira-pubblico che fanno scoppiare i botteghini, e l’unico modo perché questi prodotti continuino a macinare successi è raccontare storie che piacciano alla gente. Eppure, non può essere tutto qui.
Neil Gaiman, riferendosi alla lettura, una volta ha detto: “Io sono anche qualcun altro, sono ogni altra persona, e quando si ritorna nel proprio mondo ci si ritrova impercettibilmente cambiati. L’empatia è lo strumento per trasformare le persone in gruppi, per permetterci di funzionare in maniera migliore che semplicemente come individui ossessionati da sé stessi”. E ancora: “L’obbligo di scrivere cose vere, particolarmente quando creiamo storie di persone che non esistono in luoghi immaginari: per far capire che la verità non è ciò che accade ma ciò che ci dice qualcosa su ciò che siamo. Dopotutto, la narrativa è una bugia per raccontare la verità”. La risposta più profonda, allora, potrebbe essere che i film Marvel sono proprio questo.
Questioni di empatia
Le persone nate fra la fine degli anni ’90 e i primi anni 2000 – fra l’attesa spasmodica per il film successivo e le discussioni con gli amici su cosa sarebbe successo – sono cresciute in compagnia di questa saga: usciva Avengers ed erano alle medie; con Guardiani della Galassia si avvicinava la Maturità; all’uscita di Civil War e traslocavano per andare all’università; Ant-Man al cinema e perdevano l’amore; ad Infinity War ed erano ormai adulte.
Anche il pubblico casuale che non è affezionato a questi film ha senz’altro imparato o provato qualcosa: l’importanza del gruppo anche quando le differenze sono più numerose dei punti in comune; rialzarsi dopo essere caduti e non arrendersi; il riscatto e la redenzione; il perdono, l’empatia, la rabbia, l’eccitazione, l’ansia, la gioia, il distacco dalla realtà per passare un paio d’ore di spensieratezza.
3 hours later and I’m shook! My God, @Avengers Endgame is beyond epic! It’s everything you hope it will be and more – an absolute @MarvelStudios marvel! And I’m pretty sure it will make all the money ever printed! Loved it and would watch again instantly! pic.twitter.com/7D3qLfrxV1
— KevinSmith (@ThatKevinSmith) April 23, 2019
Nei giorni successivi all’uscita di Avengers: Endgame, Internet era pieno di persone che raccontavano come la sala fosse esplosa nel momento in cui Cap solleva il martello di Thor. Magari può sembrare molto stupido o molto nerd, anche se i fan aspettavano quella scena da quattro anni. Ma la magia del cinema è guardare un film ed emozionarsi sapendo che le altre persone sedute nel buio a pochi passi stanno provando le stesse cose. È “solo” empatia, ma centinaia di sale che esplodono quando un personaggio solleva un martello sono bellissime. Che sia questo, allora, il vero motivo dietro al successo dei film Marvel?
Alessandro Mambelli
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