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Un chirurgo è stato radiato per aver inciso le sue iniziali sugli organi di due pazienti

3 ' di lettura

Un chirurgo ha inciso le sue iniziali, le lettere “S” e “B”, sugli organi di due pazienti ignari durante un intervento. Simon Bramhall, britannico, paga con la radiazione dall’albo lo scriteriato gesto che, secondo il Servizio del Tribunale dei Medici Professionisti, “ha minato la fiducia del pubblico nella professione medica”.

Le incisioni del chirurgo sugli organi dei due pazienti

Un chirurgo ha inciso le sue iniziali sugli organi di due pazienti. È quello che è successo a febbraio e agosto 2013. Simon Bramhall, 57 anni, ha usato un raggio di argon per incidere le sue iniziali (“S” e “B”) sui fegati che ha trapiantato. Il raggio di argon è uno strumento utilizzato per fermare il sanguinamento del fegato durante l’intervento chirurgico.

L’azione scellerata venne alla luce quando gli “autografi” di 4 cm furono notati da un altro medico. In particolare, uno dei due trapianti fallì. Il paziente in questione era stato operato circa una settimana dopo da un altro medico che eseguiva una procedura di “follow up”.

Subito dopo l’imprevisto, Brahmall è stato sospeso dal suo incarico di chirurgo dal Queen Elizabeth Hospital di Birmingham. Nel 2017, l’uomo è stato accusato di “aggressione” e multato con 10 mila sterline. Nel dicembre 2020, poi, è stato sospeso dalla professione per cinque mesi, ma un successivo rapporto del tribunale ha affermato che, a causa delle sue condanne penali, la sua idoneità alla pratica non era più compromessa.

Il chirurgo britannico Simon Bramhall, 57 anni.
Il chirurgo britannico Simon Bramhall, 57 anni.

Un grave abuso di potere

Nel giro di qualche settimana, il caso Bramhall è tornato all’esame del Servizio del Tribunale dei Medici Professionisti. Il tribunale ha considerato il gesto un grave abuso di potere, pronunciandosi così a favore della radiazione. Secondo il tribunale, sebbene “nessun danno fisico duraturo fosse stato causato a nessuno dei due pazienti”, le azioni di Bramhall avevano causato a uno di loro “un danno emotivo significativo”. Di conseguenza, la cancellazione dal registro medico è stata infine considerata una “sanzione proporzionata”, poiché il “contesto generale di fornitura di cure salvavita” non mitigava la “grave violazione della dignità dei pazienti”.

“L’aggressione fisica di due pazienti vulnerabili mentre erano privi di sensi in un contesto clinico, uno dei quali ha subito danni emotivi significativi e duraturi, mina seriamente la fiducia dei pazienti e del pubblico nella professione medica e inevitabilmente porta la professione nel suo settore in discredito”, ha concluso l’MPTS.

L’incubo di ogni professionista

Prima di marchiare con le sue iniziali gli organi dei pazienti, Bramhall è stato un professionista molto gettonato. Una delle sue operazioni più sorprendenti è stata nel 2010, quando ha trapiantato con successo un fegato in una delle persone più malate nel Regno Unito. Inoltre, l’aereo che trasportava l’organo si era addirittura schiantato durante il viaggio da Belfast a Birmingham. Fortunatamente, il fegato era rimasto intatto dopo lo schianto.

Nel giro di pochi anni, Bramhall ha vissuto sulla sua pelle l’incubo di ogni professionista. “L’arroganza professionale” – così definita dall’MPTS – è costata all’uomo una carriera duramente guadagnata dopo intensi anni di studio e pratica. Nel maggio 2014, il chirurgo si è giustificato dicendo di aver inciso le sue iniziali sugli organi dei due pazienti “per alleviare lo stress durante le lunghe e difficili operazioni di trapianto”. Poi, durante una revisione del suo caso, nel dicembre 2020, ha ammesso che le sue azioni erano “stupide e del tutto sbagliate”

La reazione del Web

Sul Web molti condannano il gesto sconsiderato dell’uomo, mentre altri non perdono l’occasione di ridacchiare. Come un nuovo Bansky delle professioni mediche, Bramhall è stato riqualificato come il “medico tatuatore”. Addirittura, si pensa di fare di lui il personaggio principale di un webcomic.
Non c’è da sorprendersi se, nei prossimi giorni, il proliferare di vignette satiriche con il chirurgo come protagonista dovesse farsi più intenso.

Mettendo da parte la grossa mole d’ironia, c’è anche chi è rimasto particolarmente sorpreso della decisione del tribunale:

“È di gran lunga molto peggio quando le operazioni falliscono a causa di negligenza/incompetenza. Lui, invece, sembra molto sicuro del suo lavoro. Il mondo ha bisogno di più chirurghi, anche se hanno piccoli difetti. Alla fine, abbiamo perso un medico molto abile” – scrive un utente su Twitter.

“Potenzialmente ha salvato delle vite, come può essere considerato questo un danno emotivo significativo?” – ribadisce un altro utente.

Un delirio di onnipotenza meritevole di condanna

La perdita di un ottimo medico, il cui ego ha avuto la meglio su di lui, non giustifica un folle delirio di onnipotenza, che è meritevole di condanna. Il trapianto di organi è un processo salvavita. Una piccola scappatoia può influenzare il processo e portare a risultati irreversibili. Un gesto del genere, per giunta consapevole, influisce anche sulla vita dei donatori e del ricevente. Anche se segnare le iniziali su carta è un’azione comune, fare lo stesso su un fegato può essere pericoloso per la vita delle persone (e potrebbe anche costare la carriera).

Pasquale Ambrosino

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