Situata nel nord del Gargano, compresa tra Rodi e Vieste, la piccola Peschici (conta poco più di quattromila abitanti) è un posto antico e ricco di storia, che riesce a coniugare agevolmente con un mare da Bandiera Blu e una buona capacità ricettivo-turistica, che ne fanno una delle perle del Gargano da quando l’isolamento del promontorio è stato ridotto, durante gli anni Trenta, con la costruzione della Strada Statale 89 e della Ferrovia.
Un po’ di storia
Arroccato su uno sperone di roccia calcarea, Pesclizio fu fondata dalle popolazioni slave presenti sulle coste adriatiche, capaci di respingere i Saraceni a ridosso dell’anno Mille. I normanni poi, unificheranno il Sud conquistando anche Peschici e costruendo il castello che si trova sulla massima altura rocciosa, e che oggi ospita un’esposizione di strumenti di tortura. Distrutto dai Veneziani, il castello fu riedificato da Federico II di Svevia ed oggi è aperto e visitabile, fornendo una testimonianza in pietra dei quasi mille anni di storia di questa piccola città. Dopo il regno dello Stupor Mundi, la Capitanata passa agli Angioini prima e agli Aragonesi poi, fino alla rivolta del 1458 in cui gli abitanti del Gargano si ribellarono al re Ferrante per affidare il feudo a Giorgio Castriota detto Skenderbeu, principe albanese e tra le più influenti figure balcaniche della storia.
A picco sul mare
Dalla dominazione slava deriva una parte del dialetto peschiciano (e garganico in genere): duro, aspro, spigoloso. Diverso è invece il borgo ed il suo centro storico, formato da un dedalo di stradine che però riempiono gli occhi del biancoazzurro mediterraneo: tanto conosciuto ed apprezzato quello greco, tanto ignorato quello garganico. Il reticolato del centro si apre grazie ai bastioni delle mura, e catapulta in un mondo parallelo fatto di pietra e profumo di origano che guida, seguendo le botteghe incastonate nelle stradine tortuose, fino alla chiesa madre di S.Elia, costruita attorno al 1200 con lastroni di pietra marmorea provenienti dalle vicine cave. Proseguendo sulla stessa strada, che di fatto fa girare attorno al centro storico, prima di arrivare al castello si arriva al belvedere che incrocia le due arterie principali del borgo antico: via Castello e via Marina. La piazzetta in questione, decorata nei primi anni 2000 da un nugolo di artisti della provincia guidati da Silvestro Regina, scultore orafo, amico di Andrea Pazienza e artista a tutto tondo è a picco sul mare. Da questa insolita balconata ci si trova sospesi a novanta metri sul blu Adriatico, un colpo d’occhio impressionante.