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Forlì: questo è l’ombelico del mondo (romagnolo)

3 ' di lettura

La provincia di Forlì-Cesena, per quanto – appunto – provinciale, nasconde in sé un’aura da “megalopoli” che può risultare affascinante. La sua piccolezza geografica e la sua centralità in Romagna – basta osservare una cartina per fugare ogni dubbio – la rendono esplorabile in una giornata, passando da un ambiente naturale all’altro senza soluzione di continuità. Dal mare alla montagna e dalla campagna alle città, la provincia esce dalla sua nomea di “buco nero” per diventare un luogo da scoprire.

La riviera

Partendo da Forlì, in mezzoretta d’auto si raggiunge la riviera romagnola. Cesenatico, Gatteo e San Mauro sono le tre località della provincia, e ognuna offre spunti interessanti. Se le ultime due sono le classiche località marittime della riviera che sembrano bloccate nel tempo – stabilimenti vecchiotti, pini marittimi tutti storti, pizzerie –, Cesenatico può riservare delle sorprese.

Nel porto canale sono ormeggiate le antiche barche a vela del Museo della Marineria. Durante le feste natalizie, il comune allestisce su queste imbarcazioni un presepe enorme che sembra sfilare sull’acqua. Nella zona circostante, poi, ci sono un sacco di spunti: la casa natale di Marino Moretti, il cantiere navale, il centro storico. Piazza delle Conserve, con la sua enorme ghiacciaia, riporta nel XVI e XVII secolo, quando la città era piena di luoghi simili in cui si conservava il pesce appena sbarcato dalle navi che arrivavano al porto.

Il grattacielo – caratteristico della città – è costruito di fronte al Grand Hotel, che è stato anche set di una (pessima) serie italiana targata Netflix. Subito davanti, poi, si apre il mare, con un’enorme ruota panoramica vicino all’acqua. Molto spesso, durante i mesi estivi, in questa zona allestiscono anche un luna park.

Non bisogna dimenticare poi viale Carducci, coi negozi e i ristoranti: non è raro, per chi vive a Forlì e dintorni, decidere di andare a cena sulla riviera quasi come se fosse parte integrante della propria città; oppure – perché no – trascorrere un’intera giornata al mare. Del resto, è vero ciò che si dice sulla riviera romagnola: “abbiamo tutto, a patto che non ti piaccia il mare”.

La montagna e la collina

Sempre partendo da Forlì, però, basta un’altra oretta per arrivare sugli Appennini. Improvvisamente, complice il fatto che la provincia confina con la Toscana e quindi possieda i monti più alti, sembra di essere da tutt’altra parte. Anche se i paesaggi alpini sono un’altra cosa – e così le loro montagne colossali –, gli Appennini forlivesi si difendono. Qui ci sono il monte Falterona e il monte Fumaiolo, fonti rispettivamente dell’Arno e del Tevere – un tempo si poteva anche bere l’acqua del Tevere appena sgorgata –, mentre vicino a San Benedetto in Alpe si trovano le cascate dell’Acquacheta, citate da Dante e immerse nei boschi.

Il picnic alla diga di Ridracoli, per i romagnoli in gita fuori porta – magari a Pasquetta –, è quasi d’obbligo, senza dimenticare i vari sentieri e le piste da sci della Campigna. L’intera zona fa parte del Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi – che è a metà fra la provincia di Forlì e la Toscana –, ed è vivibile sia in estate che in inverno. Le colline intorno a Forlì, poi, offrono dolci clivi su cui passeggiare, immersi nella natura ma senza perdere mai di vista la città. Via Borsano, per esempio, è un tratto in aperta campagna che sale e scende fra vigneti e campi coltivati, mostrando da un lato Castrocaro e dall’altro Forlì. O ancora Rocca delle Caminate: un tempo era la residenza estiva di Mussolini, ma oggi è un centro culturale importantissimo.

Le città

E poi ci sono le città. Anche se Forlì non offre molto, ha comunque i suoi piccoli segreti. Il museo San Domenico, per esempio, ha ospitato mostre temporanee davvero interessanti, da Canova a Boldini e da Steve McCurry a Caravaggio. Nel 2021 ha vinto il Global Fine Art Awards nella categoria “Best Ancient” per la mostra su Ulisse. Oltre ai musei, però – molto belli anche palazzo Romagnoli e la Pinacoteca –, la città ha uno dei parchi pubblici più grandi della Romagna. È il cosiddetto “parco urbano”, con un laghetto per le anatre, conigli liberi di girare fra i giochi e una zona bar che d’estate si anima di pensionati che giocano a briscola o ascoltano i cantanti di turno che si esibiscono sul piccolo palco improvvisato. Per fare jogging, passeggiare o allestire un picnic non c’è niente di meglio.

La provincia di Forlì-Cesena, poi, è piena di borghi e borghetti, castelli e rocche. Da Teodorano a Oriolo dei Fichi – due case, una chiesa e un ristorante immersi nel nulla più totale della campagna –, e da Premilcuore a Bertinoro, un doppio colle che incantò anche Dante. E poi Brisighella, Modigliana, Meldola – che nell’800 era il centro nevralgico del commercio della seta e dei bachi in questa zona d’Italia.

Insomma, in un giorno intero si può passare da una gita a mille metri a una cena in riva al mare, magari fermandosi a metà strada per una passeggiata fra vecchi borghi e paeselli dimenticati. La provincia non è così male, dopotutto.

Alessandro Mambelli

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