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MeriTonale – Musiche a Sud. Gulino – Urlo Gigante (2020)

3 ' di lettura

Conosciuto come voce inconfondibile dei Marta sui Tubi, Giovanni Gulino, in arte semplicemente Gulino, si presenta al pubblico come solista.

La sua voce calda, intensa, graffiante ed emozionale è tornata ad allietare i fan del gruppo, ormai sciolto da qualche anno, regalando il ricordo di una voce che ha accompagnato poesia e, perché no, un po’ di quella follia che per anni è stato il tratto caratterizzante della band.

Nato a Marsala, ha intrapreso la sua carriera musicale pima con i Mama Kin Band e poi con gli Use and Abuse. Nel 2002 l’incontro con Carmelo Pipitone (voce e chitarra dei RYM) ha condotto ad uno scambio di ispirazioni che porterà poi alla nascita dei Marta Sui Tubi nella città di Bologna. Due voci e una chitarra presto si fanno notare nella scena underground. Ai due si è aggiunto poi Ivan Paolini (batterista). La band raggiunge un successo tale da collaborare con artisti del calibro di Dalla e Battiato e che li porteranno anche sul palco di Sanremo.

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Un Grammo di Cielo” è il brano che sancisce l’inizio della carriera da solista di Gulino. Dopo un periodo di stallo dallo scioglimento dei Marta, si è ritrovato tra le mani testi e melodie che non potevano attendere qualcuno con cui condividerli. Ed ecco che il bisogno di rimettersi in gioco ha regalato al pubblico un brano malinconico, arricchito da archi vibranti e dall’uso dell’elettronica, per poi esplodere nel ritornello con profondità e quasi rabbia. Le parole alludono a momenti di una relazione ormai passata, in cui il ruolo del tempo e il significato che assume diventa fondamentale. La storia d’amore sembrerebbe essere stata erosa dalla ricerca di conferme e dai freni emotivi che impediscono di mostrarsi per ciò che si è realmente “ed insistere per essere l’istante da proteggere”.

Bambi” è una delle prime canzoni scritte per l’album e che lo anticipa. È un brano che assume un valore significativo per Gulino, richiamando ciò che ha contribuito alla sua evoluzione personale ed artistica. È un brano che parla del rapporto padre-figlia e, come altri brani, è scritto ispirandosi proprio all’emozione di vedere sua figlia affacciarsi alla vita. Caratterizzato dall’anafora dei versi iniziali “dimmi la verità, dimmi sempre la verità”, si presenta come manifestazione di un amore viscerale, che tende a voler dare più di ciò che l’altro si aspetta. Spinge l’altra parte ad essere qualsiasi cosa voglia essere senza alcun limite, ma che non vuole promettere più di quel che può dare. Descrive perciò un amore, qualsiasi amore per chi ascolta le note di questa canzone.

Marzo 2020. Silenzio tra le strade, insicurezze assalgono le menti degli individui. I palchi non vedranno la musica per un po’. Proprio in questo scenario esce l’album “Urlo Gigante”. Perché questo nome? Anagramma del nome e cognome di sua figlia, metafora della nascita, del primo vagito e simbolo della sua rinascita musicale.

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Per qualche mese il tour non è potuto partire, ma questo non ha impedito a Gulino di escogitare modi per esprimere la propria arte: un concerto in barca, sul mare di Marettimo, una delle Isole Egadi, proprio nelle vicinanze della sua terra natale. Un momento catartico, per sé e per chi ha avuto la possibilità di partecipare il 30 agosto scorso all’evento. A riguardo ha dichiarato sui social:

“Marettimo è da sempre la mia isola perfetta, il grembo di madre natura dove mi piace tornare a rifrescare lo spirito. La sua bellezza è abbacinante e la sua atmosfera regala pace anche agli animi più inquieti come il mio. Finalmente sono riuscito a trovare le condizioni per organizzare un concerto sull’isola che alcuni testi antichi riferiscono possa essere Itaca. Come un novello Ulisse, festeggerò il mio ritorno alla musica con un concerto unico per le sue caratteristiche”.

Le nuove canzoni di questo album sono l’espressione dell’urlo interiore dell’autore, pur mantenendo una connessione con lo stile della band a cui è stato legato per oltre 15 anni e che lo ha reso noto al pubblico. Ogni brano è intenso e singolare. Un percorso da seguire.

Fammi ridere” sembra un richiamo al ritrovamento della leggerezza, ma ogni parola è pesata e pensata appositamente e si incastra in un ragionamento per nulla banale. “Sto” rimanda alla libertà di essere quel che si è. “Dormiveglia”, ritmica, rassicurante e incalzante, invita a riflettere, a non essere superficiali, a “non semplificare prima di approfondire”, ma allo stesso tempo alla ricerca di un bel pensiero prima di andare a dormire. Fino a giungere a “Lasciarsi insieme”, un duetto con Veronica Lucchesi, cantante de La Rappresentante di Lista. Due voci esplosive cantano parole struggenti di un amore che cambia gli individui inconsapevolmente, che consuma la speranza di potersi, paradossalmente, lasciare insieme ed essere l’uno per l’altro il peggior amante migliore.

Un album che va ascoltato intensamente, interiorizzato e compreso, che arriva dritto all’ascoltatore come un insieme di tappe da attraversare, di cui un significato univoco non si può trovare, perché ogni parola lascia libero spazio all’interpretazione. Una caratteristica singolare della scrittura di Gulino, che rende le sue canzoni poesie da possedere, da indossare ogni volta in modi differenti.

In fine, Gulino ci ha regalato un ultimo singolo: il 25 giugno, durante la notte più lunga dell’anno, quella di San Giovanni che celebra il solstizio d’estate è uscita “Muovere Maree”, anticipando il nuovo album a cui l’autore sta lavorando. Amore allegorico tra Sole e Luna, solo in pochi momenti rari e perfetti possono incontrarsi, avvicinarsi e allontanarsi per sempre in una danza senza fine.

Simona Losito

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