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Perché l’iniziativa Coop di abbassare l’IVA sugli assorbenti è utile

3 ' di lettura

Tutte le bambine prima o poi hanno il ciclo. Questa manifestazione viene persino festeggiata, soprattutto al meridione, quando la bambina diventa una “signorina”. Tra i festeggiamenti del lieto evento, che spesso si trasformano in imbarazzanti dichiarazioni pubbliche a parenti e conoscenti, non viene mai menzionato cosa questo comporta in termini di costi. Ebbene sì, le mestruazioni hanno un costo, pure elevato. Non è qualcosa che si può scegliere di non avere. Ma in Italia l’Iva degli assorbenti è al 22%, quindi non viene considerato bene di prima necessità. Coop, la nota catena di supermercati, ha però iniziato una campagna contro la tampon tax, “close the gap” (“chiudere il divario”) riducendo la aliquota degli assorbenti dal 22% al 4% dal 6 al 13 Marzo.

Prima un po’ di chiarezza

L’Iva è l’acronimo di “Imposta sul valore aggiunto”, adottata nel 1968 da parte di svariati Paesi nel mondo. É un contributo applicato sul valore aggiunto di ogni fase della produzione, nello scambio di beni e servizi. Le aliquote attuali previste sono:

  • 4% – aliquota minima – per l’IVA sui generi di prima necessità;
  • 10% – aliquota ridotta – per l’IVA su servizi turistici, alimentari ed edili;
  • 22% – aliquota ordinaria – per l’IVA da applicare in tutti i casi non rientranti nelle prime due aliquote.

Di fatto non esiste una tassa “di lusso” sugli assorbenti, ma viene intesa come tale considerando che non è un prodotto opzionale. La provocazione a sottolineare il lusso di questi beni è soprattutto a causa delle condizioni di estrema povertà in cui versano molte cittadine italiane, e non solo. Il ciclo diventa così il terreno per una retorica di classe e discriminazione basata sulle opportunità e sul reddito.

assorbenti
fonte: Corriere Della Sera

In alcuni paesi del mondo le donne non possono avere accesso agli assorbenti. Paesi come la Nuova Zelanda e l’Inghilterra si stanno attrezzando per combattere la cosiddetta “povertà mestruale”.  Il governo di Jacinda Ardern ha stanziato 25 milioni di dollari per distribuire, da giugno 2021, gratuitamente e in tutte le scuole assorbenti e altri prodotti per l’igiene mestruale. Secondo le stime neozelandesi una ragazza su 12 si assenta da scuola quando ha le mestruazioni perché non può permettersi gli assorbenti. Il ciclo infatti può avere un impatto ad ampio spettro nella vita di una donna, specie se povera. La Scozia è l’unico paese ad aver approvato la legge che sancisce la gratuità degli assorbenti igienici per tutte le donne. Nel resto del Regno Unito, il 10% delle ragazze di età compresa tra i 14 e i 21 anni non può permettersi gli assorbenti. La tampon tax britannica è al 5%, più bassa di quella italiana.

Poi arriva Coop

La campagna di sensibilizzazione Coop sull’iva degli assorbenti in Italia sta dando la possibilità alle donne di fare scorta ad un prezzo più basso ma soprattutto ha il merito di scuotere l’opinione pubblica sul tema. Ha rilanciato infatti una raccolta firme promossa da Onde Rosa e indirizzata al Ministro Bonetti allo scopo di abbassare l’Iva dal 22 al 4% sostenendo la battaglia di genere che ha già raggiunto oltre 500 mila firme. 

Il governo italiano, recentemente, ha annunciato che l’IVA sugli assorbenti biodegradabili sarà ridotta dall’attuale 22% al 5% durante la conversione in legge del decreto fiscale. Questa legge, annunciata dal ministro dell’Economia Roberto Gualtieri, proposta dalla deputata del Movimento 5 Stelle Vita Matrinciglio, è stata considerata solo dopo un incontro con esponenti dell’Intergruppo Donne, formato dalle deputate appartenenti alla maggioranza parlamentare, sostenitrici dell’attuale governo. Una delle partecipanti è Laura Boldrini la quale ha affermato che questo «È un primo segnale di attenzione per milioni di ragazze e donne». Sebbene ci siano le buone intenzioni, per molti rimane una risposta non sufficiente. Riguarderà infatti solo gli assorbenti compostabili e biodegradabili, rinomatamente più costosi degli altri. Gli assorbenti biodegradabili si degradano al 90% in massimo sei mesi e meno di tre per quelli compostabili. Purtroppo la maggior parte degli assorbenti venduti non sono né biodegradabili né compostabili.

La pandemia e gli assorbenti

La pandemia ha colpito non solo le fasce economiche più deboli della popolazione ma anche le donne. “Chi ci governa considera gli assorbenti o le coppette mestruali quali beni di lusso e questa cosa è inammissibile, una legittimata forma di violenza a cui dobbiamo opporci assolutamente”. Queste sono le parole di una delle organizzatrici dell’evento di “non una di meno” svoltosi a Palermo, nei locali del teatro Nuovo Montevergini il 13 Febbraio. Le volontarie hanno distribuito assorbenti gratuitamente a tutte le donne che che li richiedevano sostenendo che era “un modo per mettere al centro del dibattito pubblico sui diritti delle donne lo spinoso tema della Tampon Tax, una tassa discriminatoria che, applicando l’iva del 22 per cento ai prodotti di prima necessità per le donne, li considera non essenziali e ne preclude l’uso a chi versa in difficili condizioni economiche”.

Un problema, la tampon tax, che accomuna tutte le donne, indistintamente dalla fascia di reddito. Chiedere condizioni migliori di accesso a questi prodotti, per una fascia della popolazione femminile svantaggiata, sarebbe una conquista per tutte. Non soltanto da un punto di vista economico ma anche sociale. Nessuna ragazza sarebbe costretta a rinunciare a giorni di scuola o lavoro per le mestruazioni. Un bisogno fisiologico non diventerebbe l’ennesima questione in pasto al classismo.

Giulia Cerami

One Comment

  1. Mario Mario 19 Marzo, 2021

    Potreste fare ogni tanto un articolo utile?
    Ecco, potreste magari parlare se è giusto e legale ai termini di legge se la Coop fa prestiti come se fosse una banca?

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