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Novembre 2019. Nell’Aula D del chiostro dell’Università di una città di provincia viene messa sul banco una scommessa. Prendere casa è essenziale per iniziare la vita in una nuova realtà. Come in ogni inizio, tra le pareti di un appartamento non ti accorgi di quello che manca finché non devi prepararti il caffè al primo risveglio. Servono almeno il caffè, una tazza, un cucchiaino e per moltissimi lo zucchero. Una fornitura affatto banale. Fosse solo il caffè: a 25 anni, messo piede in una nuova città, se arrivi dopo 20 minuti di treno o 20 ore di autobus, più di ogni altra cosa ti serve un luogo in cui esprimere la tua voce.
Webzine in movimento
Per ciò nasce questo webzine. A fare Salgo al sud è la sua redazione, giornalisti in erba che intendono adottare il giornalismo come tecnica, per offrire uno spazio di approfondimento in cui conoscere nuove storie, immergersi in mondi lontani, carpire l’attenzione di chi vuole saperne di cose di cui non pensava neanche potessero interessarlo, con un occhio attento ai nuovi prodotti culturali che recensirà. Si è attrezzato anche per provare a essere gradevole, positivo e propositivo, che oggi vuol dire soprattutto essere multimediali. Ma che sito web d’informazione sarebbe se non provasse a dirvi come la pensa sulle cose che accadono ogni giorno e che molto spesso, investono proprio coloro che Salgo al sud lo hanno fatto nascere? La redazione. Giovane d’anagrafe, snobbata dai decreti ministeriali, centro invisibile di una crisi nazionale, procrastinata finché la classe politica che ancora si attende, non la porterà in Parlamento.
L’informazione, prima di tutto servizio
Novembre 2020. La scommessa è divenuta promessa. Salgo al sud poteva rompersi in seguito all’urto pandemico. Invece, sceglie di nascere nel momento in cui nessuno o quasi ha certezze. Resilienza, la chiamano. Il magazine online (webzine) raccoglie la sfida più importante rivolgendosi ad ogni lettore a cui, in punta di piedi, oggi parla per la prima volta: umanisticamente, s’intende. In un panorama post mediatico, ritiene che l’informazione debba assumere il senso pratico di chi offre un servizio, ma anche lo spirito critico di chi sminuzza le cose per comprenderle e ad esse, eventualmente, saper ovviare. Questa è l’idea del movimento di chi attraversa l’Italia per scendere al Sud e salire al Nord, affitta appartamenti per il breve periodo e stipula contratti che portano la firma di ventenni con in mano ancora lo scotch da imballaggio e una bici usata. Per accorciare le distanze, Salgo al Sud.
Sofia D’Arrigo
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