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Da Palermo a Milano, la Iena Fabio Agnello testimone di sicilianità

2 ' di lettura

Sofia D’Arrigo

Dopo la laurea in giurisprudenza coltiva la passione di video reporter, un servizio sulle accise e Matteo Renzi cambierà la sua vita

Pippo Baudo, Maria De Filippi, Luca Medici in arte Checco Zalone e Fabio Agnello: cosa hanno in comune?

Sono astri della TV e hanno tutti una laurea in giurisprudenza. Probabilmente, starete già cercando su Google chi è Fabio, nel frattempo ci siamo portati avanti condividendo con lui una serata aperta al pubblico e ricostruendo il suo percorso professionale, così da scoprire come un “Agnello” sia diventato Iena.

È accaduto nel 2016 quando, un servizio amatoriale sullo stile del noto programma TV Le Iene, indaga la promessa del Presidente del Consiglio in carica Matteo Renzi di decurtare le accise dal costo della benzina. L’inchiesta, realizzata dall’allora venticinquenne palermitano Fabio, finisce sulla scrivania della redazione Mediaset e l’11 dicembre viene mandata in onda.

“Un colpo di fortuna – commenta Fabio – anche se, penso di aver aiutato la sorte”. Del resto, Agnello, già impegnato nell’associazione Vivere Giurisprudenza (Università degli studi di Palermo), aveva dato modo di esprimere le sue abilità come conduttore e video reporter, oltre a possedere una spigliata loquacità che lo ha sempre contraddistinto.

Lunedì 17 agosto è stato intervistato durante l’incontro della rubrica “Spazio Aperto” organizzato dall’associazione Mosaico a Finale di Pollina (Palermo), in collaborazione con Iniziativa Territoriale. L’occasione è stata utile per discutere con un testimone d’eccezione delle problematiche che spingono molti giovani meridionali a lasciare la terra d’origine e investire le loro capacità altrove. Fabio infatti, è approdato a Milano subito dopo il fortunato servizio sulle accise e da allora collabora stabilmente con Le Iene. Ma la sua non è la vita spensierata e godereccia dei VIP.

Spesso, per realizzare delle inchieste occorrono settimane e non sempre si ha la certezza che vengano mandate in onda; inoltre, lavorare in TV non significa essere ricchi. Un contesto competitivo e stimolante, che ha guidato Agnello ad approfondire tante storie e soprattutto a portare sullo schermo il suo stile, che molto ha a che vedere con le sue origini.

“Quando sono arrivato a Milano, ero solo l’ultimo di tanti amici che si erano trasferiti lì per lavoro – racconta – il giorno del mio compleanno ho pensato di chiamarli…ci siamo ritrovati in quaranta!” . Dà la misura del fenomeno migratorio che è anche una questione economica: sono migliaia i giovani che producono e spendono lontano dalla Sicilia, oltre a investire ingenti capitali per la loro formazione, ma fuori.

E tuttavia, ci rincuora la marcata sicilianità che pervade ogni video e ogni inchiesta affrontata da Fabio. Non solo, nei suoi lavori l’appartenenza all’isola diventa un contenuto e al contempo una riflessione: non è la solita ironia fra il sole di Palermo e la nebbia di Milano, fra la leggendaria arancina e il più delicato supplì, ma umorismo utile a guardarsi allo specchio.

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