Addio a queste destinazioni: le mete da sogno che le tensioni geopolitiche ci hanno tolto, almeno per ora
Meglio dimenticarsi (almeno per il momento) di queste bellissime destinazioni: raggiungerle è molto pericoloso

Le raccomandazioni di Viaggiare Sicuri ribadiscono l’importanza di consultare sempre il portale ufficiale prima di intraprendere qualsiasi viaggio.
Le tensioni geopolitiche e le instabilità interne continuano a condizionare fortemente il panorama mondiale delle destinazioni turistiche, con numerosi Paesi che si confermano off-limits per i viaggiatori.
Il portale Viaggiare Sicuri, gestito dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, aggiorna costantemente le raccomandazioni su quali aree evitare per garantire la sicurezza dei cittadini italiani all’estero.
Destinazioni da evitare per motivi di sicurezza
Tra le mete più critiche si conferma il Myanmar, dove la situazione è peggiorata dopo il terremoto del marzo 2025. La crisi iniziata con il colpo di Stato del 2021 prosegue con scontri armati, repressioni violente delle manifestazioni e bombaramenti aerei nelle aree confinanti. Il coprifuoco notturno e il divieto di raduni pubblici di più di cinque persone rendono altamente rischioso ogni spostamento.
Anche lo Yemen resta una zona di massima allerta, con l’Ambasciata d’Italia a Sana’a che ha sospeso ogni attività e l’impossibilità di fornire assistenza consolare. In Siria, nonostante la riapertura dell’Aeroporto internazionale di Damasco a gennaio 2025, le aree di Jableh, Latakia, Tartous, Homs e Hama sono ancora teatro di violenti scontri e vanno evitate assolutamente.
L’Afghanistan continua a essere un Paese pericoloso per i viaggi, dove il rischio di sequestri e la presenza di mine antiuomo nelle zone rurali rappresentano una minaccia costante. In condizioni analoghe si trova l’Ucraina, teatro di un conflitto armato che rende sconsigliati gli spostamenti, e la Russia, dove le difficoltà nei collegamenti aerei e stradali, unite alla tensione internazionale, suggeriscono di rimandare ogni viaggio.
Area del Sud-Est asiatico: allerta in Thailandia e Filippine
Nel Sud-Est asiatico, la Thailandia presenta diverse zone a rischio. I confini con la Cambogia sono chiusi a causa di scontri scoppiati a luglio 2025 nelle province di Surin e Sisaket. La situazione di emergenza persiste nelle province meridionali di Yala, Narathiwat e Pattani, con uno stato di emergenza in vigore dal 2005.

Il cosiddetto Triangolo d’oro, al confine con Laos e Myanmar, è sconsigliato ai visitatori, soprattutto nelle province di Mae Hong Son e Tak, così come le aree contese presso il Tempio di Preah Vihear, dove è presente anche il rischio di mine inesplose.
Le Filippine stanno affrontando intense piogge monsoniche, con alluvioni e criticità in molte province, tra cui Metro Manila e Zambales. Il tifone Wipha ha causato vittime e danni, rendendo necessaria la massima prudenza per chi si trova o deve recarsi nel Paese.
Criticità in America Latina e Africa
In America Latina, il Venezuela rimane una destinazione da evitare se non per motivi inderogabili, a causa del rischio di arresti arbitrari e dell’instabilità politica. L’Ambasciata e i Consolati italiani a Caracas e Maracaibo restano punti di riferimento per le emergenze.
In Africa, la Repubblica Democratica del Congo è segnata da alta criminalità, instabilità politica e presenza di gruppi armati, specialmente nelle città principali come Kinshasa. Episodi di furti, aggressioni e sequestri sono frequenti, spingendo le autorità a sconsigliare i viaggi e a valutare un eventuale rientro per chi si trova nel Paese.
La sicurezza è altrettanto compromessa in Somalia, dove il gruppo terroristico Al-Shabaab ha intensificato le offensive, in particolare nello Stato di Hirshabelle e nella regione del Puntland dove è attiva una campagna contro il gruppo Stato Islamico in Somalia (IS-S). Le minacce contro cittadini occidentali rendono indispensabile evitare ogni spostamento in queste aree.
Infine, la situazione ad Haiti resta estremamente fragile, con tensioni politiche, bande criminali diffuse e frequenti episodi di violenza urbana, che hanno portato alla dichiarazione dello stato di emergenza e all’istituzione del coprifuoco nel marzo 2024.