Se hai un neo così, corri subito dal medico: le forme che indicano la presenza di un tumore

Fai attenzione a questi tipi di nei: possono nascondere gravi pericoli

Le campagne di sensibilizzazione e la ricerca, sostenute anche da fondazioni come AIRC, continuano a giocare un ruolo cruciale.

Il melanoma cutaneo continua a rappresentare una delle sfide più rilevanti nel campo oncologico, soprattutto per la fascia giovane-adulta della popolazione. Secondo i dati più recenti, la sua incidenza in Italia rimane elevata, con circa 12.700 nuove diagnosi stimate nel 2023.

La crescente attenzione verso la prevenzione e le terapie innovative ha segnato importanti progressi nella gestione di questa patologia, la cui aggressività richiede diagnosi precoce e strategie terapeutiche mirate.

Caratteristiche e Fattori di Rischio del Melanoma Cutaneo

Il melanoma cutaneo origina dalla trasformazione tumorale dei melanociti, cellule dell’epidermide responsabili della produzione di melanina, pigmento che protegge dai raggi ultravioletti (UV). La pelle, il nostro organo più esteso, è composta da tre strati principali: epidermide, derma e tessuto sottocutaneo. I melanociti, insieme ai cheratinociti, popolano l’epidermide e in condizioni normali possono formare nei (nevi), agglomerati scuri visibili comunemente sulla pelle.

L’esposizione eccessiva e ripetuta ai raggi UV, sia naturali che artificiali (lampade abbronzanti e lettini), è il principale fattore di rischio per lo sviluppo del melanoma. In particolare, l’esposizione solare intensa in età pediatrica è particolarmente pericolosa perché può causare danni al DNA delle cellule cutanee, con effetti che si manifestano molti anni dopo.

Altri fattori di rischio includono l’insufficienza immunitaria, alcune patologie ereditarie come lo xeroderma pigmentoso, e caratteristiche fenotipiche quali pelle chiara, occhi e capelli chiari, presenza di numerosi nei o lentiggini, e familiarità per melanoma o altri tumori cutanei.

Tipologie, Sintomi e Diagnosi

Il melanoma può svilupparsi su pelle sana o da nevi preesistenti, sia congeniti sia acquisiti. Dal punto di vista clinico, si distinguono quattro principali tipologie: il melanoma a diffusione superficiale (circa il 70%), il lentigo maligna melanoma, il melanoma lentigginoso acrale e il melanoma nodulare, quest’ultimo il più aggressivo per la sua crescita invasiva precoce.

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I dettagli da non sottovalutare – salgoalsud.it

Il segnale d’allarme più importante è la modifica di un neo o la comparsa di uno nuovo. La valutazione si basa sulla regola ABCDE: Asimmetria, Bordi irregolari, Colore variabile, Dimensioni crescenti ed Evoluzione rapida. Altri segnali rilevanti sono sanguinamento, prurito o arrossamento intorno al neo.

La diagnosi precoce è fondamentale e si avvale di tecniche avanzate come l’epiluminescenza, che migliora l’osservazione delle lesioni cutanee. La conferma definitiva richiede l’esame istologico mediante biopsia. Inoltre, l’analisi molecolare permette di identificare mutazioni specifiche nei geni BRAF, MEK o c-KIT, utili per definire prognosi e terapie personalizzate. Esami di imaging come TAC, PET e risonanza magnetica sono impiegati per valutare la diffusione tumorale.

Terapie e Innovazioni nel Trattamento

La chirurgia rimane il trattamento di prima linea per melanomi in fase iniziale, con l’asportazione della lesione e di un margine di tessuto sano per garantire la totale rimozione delle cellule tumorali. Nei casi più avanzati, si procede anche alla rimozione dei linfonodi sentinella. Oggi, grazie ai progressi scientifici, l’immunoterapia e le terapie a bersaglio molecolare hanno rivoluzionato l’approccio terapeutico, riducendo drasticamente l’uso della chemioterapia.

Gli inibitori dei checkpoint immunologici rappresentano la frontiera più promettente, in quanto consentono di riattivare il sistema immunitario contro le cellule tumorali. Le terapie mirate agiscono su specifiche mutazioni genetiche, offrendo risultati più efficaci e personalizzati. La radioterapia trova indicazione soprattutto per metastasi sintomatiche o come trattamento palliativo.

Tra le opzioni più innovative, le terapie loco-regionali, come la perfusione isolata dell’arto e l’elettro-chemioterapia, permettono di somministrare farmaci ad alte dosi in aree limitate, aumentando l’efficacia e riducendo gli effetti collaterali sistemici.

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