“Ho vinto una guerra”, Ambra e la confessione sul passato arrivata dopo anni
Ambra Angiolini racconta la sua rinascita tra pregiudizi mediatici e successi artistici sottolineando il ruolo salvifico del lavoro

Nel suggestivo scenario della decima edizione della Festa del Cinema di Mare, diretto da Giovanni Veronesi, Ambra Angiolini ha aperto il festival con una riflessione intensa e sincera sul proprio passato e sulla sua carriera, che ha spesso suscitato curiosità e pregiudizi.
L’attrice e conduttrice italiana ha raccontato come il successo e la notorietà, soprattutto nei primi anni con Non è la Rai, siano stati accompagnati da difficoltà personali e da giudizi duri, ma anche da una scelta consapevole di riscatto attraverso l’impegno nel proprio lavoro.
Ambra Angiolini a cuore aperto
“Quando mi chiedono del mio passato, sperano tutti nel torbido. E quando racconto che il lavoro che faccio mi ha salvata, mi ha tolto da altre situazioni, ci rimangono male”, ha dichiarato Ambra durante il suo intervento alla rassegna cinematografica. La sua carriera iniziò giovanissima, entrando nel mondo dello spettacolo a soli 13 anni con programmi come Bulli e pupe e subito dopo con il fenomeno televisivo degli anni Novanta, Non è la Rai. Nonostante le apparenze, Ambra ha sottolineato che la sua esperienza non è stata segnata da drammi clamorosi, ma piuttosto da una crescita personale e professionale che le ha dato la possibilità di incontrare la cultura e l’arte, di fare scelte e dire molti “no”.

Tuttavia, il percorso non è stato privo di ostacoli. L’attrice ha ricordato come spesso nessuno si fosse realmente preoccupato del suo benessere psicofisico durante l’adolescenza, e come fosse oggetto di critiche feroci sul suo aspetto fisico e sulle sue capacità: “Mi dicevano che ero grassa, scema, ignorante. Le parole erano grezze, rupestri”. Questi episodi di bullismo mediatico hanno inciso profondamente, portandola a combattere con disturbi alimentari, in particolare con la bulimia, una malattia che ha definito come “un cancro dell’anima”.
Ambra Angiolini non ha mai nascosto le difficoltà vissute sotto i riflettori, ma ha sempre scelto di non farsi vittima delle circostanze. In diverse occasioni ha raccontato di come abbia deciso di affrontare le critiche e le offese senza nascondersi, trasformando le ferite in forza: “Non l’ho mai vissuta da vittima. Mi sono ripresa tutto, anche le ferite. Mi hanno fatto conoscere una donna più interessante di quella che avrei potuto essere se avesse prevalso la superficie”.
Nel maggio 2024, durante un excursus TV delle sue apparizioni passate, ha mostrato con chiarezza come i media avessero spesso usato un linguaggio duro e ostile nei suoi confronti: articoli che parlavano di “addio al vitino da vespa”, “palloncino gonfiato”, “fardello di ciccia” e “ascesa e caduta della ninfetta anni ’90” hanno segnato la sua crescita pubblica. Per una ragazza di 17 anni, tutto ciò è stato difficile da sopportare, ma lei ha scelto di rispondere con il lavoro e con la scrittura, raccontando la sua esperienza anche nel libro InFame, che presto diventerà un film.
Dopo il successo televisivo e musicale degli anni Novanta, Ambra Angiolini ha saputo reinventarsi e affermarsi come attrice di talento nel panorama italiano. La sua prima importante esperienza cinematografica con Saturno contro di Ferzan Özpetek le ha fruttato premi prestigiosi come il David di Donatello, il Nastro d’argento, il Globo d’oro e il Ciak d’oro nel 2007, riconoscimenti che hanno consacrato la sua maturità artistica.