La Rai dice no al volto più amato: arriva l’addio che nessuno si aspettava
Il cronista, fuori dai giochi per questioni burocratiche, spera ancora di raccontare i mondiali di atletica di Tokyo: intanto cresce la mobilitazione dei tifosi.

Alle Olimpiadi di Parigi 2024 aveva salutato gli spettatori con un sobrio “c’est fini, è stato bello”, lasciando intendere che quella sarebbe stata la sua ultima telecronaca. Eppure Franco Bragagna, la voce che per decenni ha accompagnato gli italiani nei più grandi eventi di atletica leggera, non ha mai nascosto il desiderio di poter vivere il suo “The Last Dance” ai mondiali di Tokyo 2025, in programma dal 13 settembre.
Un sogno che, per il momento, resta irrealizzato. Il giornalista Rai, 66 anni, non è stato inserito nel palinsesto ufficiale a causa di un cavillo burocratico: ferie arretrate da smaltire. Nonostante la sua disponibilità a rinunciarvi pur di tornare davanti al microfono, l’azienda non ha fatto passi indietro. Una decisione che ha lasciato l’amaro in bocca a molti appassionati e che ha portato alla nascita di una raccolta firme spontanea, lanciata per chiedere alla Rai un’eccezione.
Il caso Bragagna: ferie, precedenti e le scelte della Rai
Il nodo è semplice: Bragagna non è in pensione, ma si trova “fermo ai box” per ferie accumulate negli anni. L’azienda non ha accettato la sua proposta di rinunciare al periodo di riposo pur di commentare i mondiali, applicando rigidamente le regole interne. Una linea che appare coerente solo in parte, visto che in passato la Rai ha fatto eccezioni per altri volti noti.

È il caso di Gigi Marzullo, che ha raccontato di aver rinunciato a 500 giorni di ferie per continuare a lavorare oltre l’età pensionabile. O di Riccardo Iacona, rimasto in onda anche dopo il pensionamento. Ancora più singolare la vicenda di Monica Maggioni, che ha lasciato il ruolo di dipendente Rai ma prosegue la sua attività con un contratto esterno.
Da qui nasce il paradosso: se una soluzione si vuole trovare, si trova. E in tanti si chiedono perché non si possa fare lo stesso con Bragagna, considerato una colonna della telecronaca sportiva italiana. La petizione, diffusa online, sottolinea come “la sua assenza ai mondiali di atletica rappresenterebbe una grande perdita per tutti noi appassionati”.
La voce di un’epoca e il legame con il pubblico
Bragagna non è mai stato un volto televisivo in senso stretto, e lui stesso lo ha sempre rivendicato. In un’intervista rilasciata durante i giorni finali delle Olimpiadi di Parigi, spiegava: “Sono una voce e non un volto. Il telecronista è chi racconta, con le sfumature di un cambio di tono, non chi appare davanti a una telecamera. Quando la persona deve fare cose che non avrebbe fatto, c’è una perdita di naturalezza”.
Parole che riassumono il suo stile: cronaca asciutta, precisa, mai sopra le righe, lontana dall’idolatria dell’immagine. Per molti tifosi, Bragagna non è solo un giornalista, ma un punto di riferimento, un suono familiare che ha scandito record, finali e imprese sportive rimaste nella memoria collettiva. La petizione che chiede il suo ritorno nasce proprio da qui: il timore di vedere un mondiale senza quella voce che ha reso familiari campioni, piste e medaglie. Un vuoto che difficilmente altri potranno colmare allo stesso modo.