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Rai Cinema fa debuttare in TV Deva Cassel in un film tratto da Pavese: la pellicola è da non perdere

Non sempre la televisione generalista riesce a sorprendere con proposte che uniscono cinema d’autore, letteratura italiana e nuove generazioni di talento. A volte accade. C’è una data che gli amanti del grande schermo e delle storie poetiche dovrebbero segnare sul calendario: una serata in cui il cinema contemporaneo incontra i classici, dando vita a qualcosa di raro e coinvolgente.

Un film atteso, apprezzato nei festival, arriva in prima visione sulla rete pubblica. Non si tratta di una semplice proiezione, ma di un’occasione per riscoprire un romanzo fondamentale, guardare al futuro del nostro cinema e lasciarsi trasportare dentro un mondo che profuma di estate, sogni e inquietudini giovanili.

La forza di una storia senza tempo

Alla base di tutto c’è un romanzo immortale, firmato da Cesare Pavese, uno degli autori più profondi del Novecento italiano. Un’opera breve ma intensa, capace di raccontare la fragilità dell’adolescenza, l’urgenza del cambiamento, il desiderio di conoscere e di conoscersi. L’adattamento cinematografico, affidato alla regia sensibile di Laura Luchetti, riesce a tradurre in immagini quella dolce inquietudine che attraversa la protagonista.

Il film è ambientato in una Torino anni Trenta, fatta di tetti, atelier, silenzi e sguardi. Un’epoca lontana, ma che sa parlare in modo potente anche ai giovani di oggi, attraverso temi universali: l’identità, l’arte, l’amore, l’iniziazione alla vita adulta.

Deva Cassel: una protagonista che lascia il segno

L’attenzione intorno a questa pellicola è aumentata anche grazie alla presenza di Deva Cassel, al suo debutto cinematografico. Figlia di Monica Bellucci e Vincent Cassel, Deva era attesa al varco da stampa e pubblico, curiosi di scoprire se il talento potesse affiancarsi al nome. E la risposta, secondo molti, è sì.

La sua interpretazione è delicata, intensa, vibrante. Deva veste i panni di Amelia, un personaggio chiave che accompagna la protagonista Ginia in un percorso complesso e affascinante. Non è solo una performance, è la dimostrazione che un volto nuovo può reggere la scena, emozionare, affermarsi con naturalezza nel panorama cinematografico italiano.

Una regia che guarda all’essenziale

Laura Luchetti, già apprezzata per lavori precedenti, firma una regia discreta ma carica di intensità. Con una fotografia che predilige i toni pastello e una messa in scena quasi pittorica, la regista restituisce la sensualità e la confusione tipiche dell’età giovane. Nessun eccesso, nessuna forzatura: tutto è affidato agli sguardi, ai silenzi, alla musica, ai dettagli di ambienti intimi e vissuti.

Un’estate che parla al cuore

 

Il film si intitola La bella estate, ma non è solo un riferimento alla stagione. È anche una metafora di passaggio, un inno malinconico alla bellezza effimera della giovinezza. La protagonista, Ginia, è una ragazza in bilico tra infanzia e maturità, curiosa, vulnerabile, in cerca di emozioni e verità.

La storia segue il suo percorso di crescita, fatto di incontri, errori, risate e silenzi. L’arte, l’amicizia, il desiderio: tutto si mescola in una Torino che, pur lontana nel tempo, si fa vicina nello spirito. Perché tutti, almeno una volta, abbiamo vissuto una bella estate che ci ha cambiati per sempre.

Non perderlo!

  • È il debutto cinematografico di Deva Cassel, in un ruolo intenso e sorprendente

  • È tratto da un capolavoro di Cesare Pavese, che merita di essere riscoperto

  • La regia di Laura Luchetti restituisce poesia e autenticità alla storia

  • La location storica e l’atmosfera d’epoca amplificano il fascino visivo

  • Va in onda su Rai 3 il 26 luglio in seconda serata, accessibile a tutti

  • Offre uno spunto per riflettere sulla fragilità dell’adolescenza e la forza dei sogni