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In Puglia i porti turistici non hanno più posti disponibili, la Regione e gli enti cosa fanno?

La Puglia è tra le mete più amate del turismo nautico italiano, con chilometri di costa mozzafiato, acque limpide e una vocazione naturale all’accoglienza. Ma dietro il fascino delle sue marine affollate di barche si nasconde un problema tanto annoso quanto ignorato: mancano i posti barca. La richiesta c’è, e anche tanta. I progetti esistono, ma tra burocrazia e erosione costiera, la realtà si complica ogni giorno di più.

Una domanda altissima e una risposta carente

Il dato più evidente è questo: le richieste superano di gran lunga l’offerta. In alcuni casi si arriva anche a dieci volte i posti disponibili. Un esempio lampante è quello della marina leccese di San Cataldo, dove per la riattivazione della darsena sono arrivate oltre mille richieste a fronte di pochissimi ormeggi disponibili.

Chi possiede una barca o intende acquistarla oggi si scontra con una difficoltà concreta: senza posto barca, niente acquisto. Non è raro, infatti, che l’armatore chieda una garanzia di ormeggio prima di concludere l’acquisto del natante. Questo blocca a monte l’intero settore, dalle vendite alla produzione, creando un effetto domino che colpisce tutta la filiera nautica turistica.

Le cause di un blocco strutturale

Tra i motivi principali del problema troviamo:

  • Burocrazia complessa e lenta, che allunga i tempi di attuazione dei progetti;

  • Conformazione della costa pugliese, soggetta a vincoli ambientali e fenomeni di erosione costiera;

  • Mancanza di un piano strategico regionale sulla portualità turistica condiviso e aggiornato.

Non si tratta quindi solo di realizzare nuovi porti o darsene, ma di affrontare un sistema che, al momento, non è in grado di rispondere in modo efficace a una domanda in costante crescita.

Il caso San Cataldo: mille richieste per pochi ormeggi

La situazione più emblematica riguarda San Cataldo, località costiera alle porte di Lecce. Qui, per l’attesa riapertura della darsena gestita dalla società Salento Navigando, sono arrivate oltre mille domande. Una cifra che fotografa perfettamente il gap tra domanda e offerta.

Per gestire l’enorme mole di richieste e garantire trasparenza, da più fronti è stato proposto l’utilizzo di un sorteggio pubblico. Una soluzione d’emergenza che dimostra quanto il sistema attuale sia inadeguato.

Effetti negativi sull’economia del mare

posti disponibili per le barche

La produzione di barche è rallentata, e molte aziende hanno denunciato un effetto diretto sulle vendite: senza porto, le barche restano a terra. E con loro restano ferme anche le imprese dell’indotto: cantieri, officine, rivenditori di accessori nautici, servizi di manutenzione.

La carenza di posti barca non è solo un limite per i diportisti, ma rappresenta un danno economico concreto per un intero comparto produttivo che in Puglia, come in altre regioni marittime italiane, può e deve essere considerato strategico.

Una proposta per il futuro: il tavolo della portualità turistica

Il presidente Meo ha ribadito l’intenzione di promuovere la nascita di un tavolo permanente sulla portualità turistica. L’obiettivo è coinvolgere:

  • Sindaci delle località costiere,

  • Presidenti delle Province,

  • Operatori del settore nautico,

  • Regione Puglia.

Un progetto che, se attuato, potrebbe finalmente fornire una visione unitaria, facilitare l’avvio di nuovi progetti, ridurre i tempi e fornire risposte concrete alle richieste del territorio.

Serve un piano, non soluzioni provvisorie

Il tema della portualità turistica in Puglia merita attenzione, investimenti e soprattutto una strategia chiara. Non si può più pensare che il problema si risolva con piccoli ampliamenti o con soluzioni temporanee.

È necessario:

  • Pianificare a lungo termine;

  • Sbloccare fondi già previsti;

  • Intervenire sulle aree in erosione per garantire la sicurezza delle strutture;

  • Coinvolgere attivamente i privati, ma in sinergia con il pubblico.

Solo in questo modo la Puglia potrà colmare il divario tra la vocazione naturale al turismo nautico e la realtà attuale fatta di liste d’attesa infinite e infrastrutture insufficienti.