Cecidomia dell’olivo avanza in Puglia ma la prevenzione e le cure aiutano

La cecidomia dell’olivo sta diventando un problema sempre più rilevante anche in Puglia, una regione tradizionalmente vocata alla coltivazione dell’olivo. Questo parassita, un tempo considerato secondario o trascurabile, sta conoscendo una nuova ondata di infestazioni, causando preoccupazioni crescenti tra gli agricoltori.

Ma come mai parassiti ritenuti minori possono diventare un problema così grande? Le motivazioni sono diverse e spesso intrecciate tra loro.

Quando i patogeni trascurabili diventano protagonisti

Alcuni parassiti e patogeni dell’olivo, considerati per anni di secondaria importanza, possono trovare condizioni favorevoli per un’esplosione improvvisa. Questo può accadere quando le condizioni climatiche favoriscono un allungamento del periodo riproduttivo o l’aumento delle generazioni annuali.

Inoltre, la perdita di sostanze attive a causa di regolamentazioni più restrittive e la riduzione dei trattamenti fitosanitari, mirati ad altre avversità primarie, possono inavvertitamente togliere una barriera di protezione naturale contro questi parassiti. È il caso, ad esempio, delle recrudescenze di escoriosi nella vite dopo la sospensione del mancozeb: un effetto indiretto ma importante da tenere in considerazione anche per la cecidomia.

Cecidomia dell’olivo: il parassita emergente

Negli ultimi anni si sono registrate infestazioni significative di Cecidomia (nome scientifico: Dasineura oleae) soprattutto nelle regioni centro-settentrionali d’Italia. Le province più colpite sono state Grosseto e Massa Carrara in Toscana, oltre a La Spezia in Liguria.

Ma segnalazioni di presenza sono arrivate anche dall’Emilia Romagna, dalle Marche (in provincia di Pesaro) e persino dal Veneto, in particolare nella zona dei Colli Euganei. Questa diffusione geografica dimostra come la cecidomia dell’olivo sia ormai un problema emergente da non sottovalutare.

Le cause delle recrudescenze

Le recenti recrudescenze di Cecidomia in alcune aree dell’Alta Toscana sono state attribuite a diversi fattori concomitanti. Tra questi, spiccano le condizioni climatiche particolarmente favorevoli e la scarsa efficacia degli imenotteri parassitoidi, che normalmente esercitano un controllo naturale su questo parassita.

Il risultato è una popolazione di cecidomia in aumento e, di conseguenza, danni sempre più evidenti alle colture olivicole.

Univoltina?

Un tempo si riteneva che la Cecidomia dell’olivo fosse un parassita univoltino, cioè con un solo ciclo annuale. Tuttavia, studi recenti — come quelli condotti dall’Università di Pisa e dalla Scuola Sant’Anna di Pisa — hanno dimostrato che le condizioni climatiche attuali consentono la comparsa di un secondo volo di adulti.

Secondo queste ricerche, la Dasineura oleae sverna come larva di seconda età, passando alla terza età verso fine febbraio e impupandosi a marzo. Gli adulti iniziano a comparire da aprile fino a metà maggio, deponendo le uova sui tessuti più giovani dell’olivo. Queste uova generano le caratteristiche galle che danneggiano lo sviluppo vegetativo.

Ma la storia non finisce qui: la larva può anche rimanere al secondo stadio (L2) fino all’inverno successivo oppure, in alcuni casi, proseguire nello sviluppo e impuparsi di nuovo, dando vita a un secondo volo di adulti intorno a ottobre. Questi adulti possono deporre le uova sui ricacci autunnali, creando ulteriori danni alle piante.

Prevenzione e prospettive future

La situazione richiede un’attenzione crescente da parte degli agricoltori pugliesi e delle autorità fitosanitarie. Monitorare costantemente la presenza della cecidomia dell’olivo e adottare le opportune strategie di difesa è fondamentale per limitare i danni alle produzioni.

Oltre ai fattori climatici, bisogna considerare anche l’importanza dei trattamenti fitosanitari mirati e la gestione integrata delle avversità. La ricerca scientifica può offrire strumenti utili, ma serve anche la collaborazione di tutti gli attori della filiera per contrastare la diffusione di questo parassita emergente.

Curiosità

Tra gli aspetti più curiosi della cecidomia dell’olivo c’è la sua plasticità biologica, ovvero la capacità di adattarsi rapidamente alle condizioni ambientali. Questo rende la lotta al parassita più complessa e stimolante per gli agronomi e i ricercatori.

Inoltre, il secondo volo di adulti potrebbe avere ripercussioni importanti sulla gestione dei trattamenti autunnali, spingendo i tecnici a rivedere i protocolli di difesa. Si prospettano quindi novità interessanti nei prossimi anni, con studi sempre più approfonditi per garantire la tutela dell’olivicoltura pugliese e italiana.

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