Ad Erchie esiste il santuario di Santa Lucia, sotto terra l’acqua è miracolosa

Nel cuore della Puglia più mistica e nascosta, esiste un luogo carico di storia, fede e suggestione: il Santuario di Santa Lucia a Erchie, in provincia di Brindisi. Un santuario sotterraneo, scolpito nel silenzio di una grotta antichissima, dove l’acqua scorre perenne e viene considerata da secoli miracolosa. Qui, nel sottosuolo di piazza Umberto I, pulsa la spiritualità di un luogo che sembra scolpito fuori dal tempo.

Tutto ha origine da un’antica sosta dell’esercito bizantino, che, secondo la tradizione, trasportava le reliquie di Santa Lucia verso Costantinopoli. Durante il tragitto, i soldati si fermarono nei pressi di una sorgente nella foresta oritana, vegliati dai monaci basiliani. Proprio nacque il culto per la santa della vista, che avrebbe poi dato vita a uno dei luoghi sacri più affascinanti del Mezzogiorno.

IL SANTUARIO NASCOSTO: TRA STORIA E DEVOZIONE

Il Santuario di Santa Lucia fu costruito su tre livelli architettonici distinti, con due facciate visibili. È un edificio che si sviluppa tra superfici e profondità, tra il mondo visibile e quello invisibile, tra struttura ecclesiastica e grotta naturale. Riconosciuto come santuario nel 1953, è oggi inserito tra gli edifici religiosi legati alle tradizionali pirdunanze”, ovvero pellegrinaggi devozionali, in cui i fedeli si recano per chiedere la guarigione dalla cecità, fisica o spirituale, o per ricevere la luce della fede.

Questo luogo è diventato, nel tempo, un punto di riferimento per i devoti, ma anche una testimonianza di architettura sacra, in cui ogni pietra racconta una storia, ogni goccia d’acqua porta memoria e ogni passo nel silenzio è carico di significato.

TRA LE COLONNE DI PIAZZA UMBERTO I: L’ACCESSO AL MISTERO

La superficie non lascia trapelare ciò che si cela sotto. Piazza Umberto I, nel centro di Erchie, sembra una comune area urbana. Ma al centro di essa sorgono due colonne votive con le statue di Santa Lucia, protettrice della vista, e di Sant’Irene, patrona della città. È proprio lì, tra la chiesa nuova ottocentesca e il parco delle Rimembranze, che si cela l’ingresso al cuore sotterraneo del santuario.

Chi entra nella chiesa moderna difficilmente immagina cosa si estenda sotto il pavimento. Un mondo parallelo, scavato nella roccia e nutrito dalla fede, si apre a chi decide di seguire il sentiero che porta nella grotta.

LA GROTTA MIRACOLOSA E IL RUSCELLO SACRO

Il vero tesoro del santuario si trova sottoterra, dove da secoli scorre un ruscello di acqua limpida e fresca, considerata miracolosa dalla tradizione popolare. I fedeli giungono qui in silenzio, alcuni a piedi scalzi, per bagnarsi gli occhi con l’acqua, come segno di ringraziamento o supplica.

Molti portano con i tradizionali milicchii”, anfore di terracotta, per raccogliere l’acqua da portare agli ammalati, a chi non può raggiungere il luogo sacro. Il gesto semplice del riempire una brocca diventa così atto di fede e segno di speranza.

L’acqua, simbolo di purificazione in ogni religione, qui acquista una dimensione mistica e terapeutica, tra antiche preghiere dialettali, ritualità contadina e intensità spirituale.

UN TEMPIO DI PIETRA E PREGHIERA

Scendendo nella grotta, si percepisce la presenza di qualcosa di sacro, difficile da spiegare a parole. Le pareti umide, la luce soffusa, i suoni ovattati e il profumo di incenso contribuiscono a creare un’atmosfera di raccoglimento profondo. Non è raro vedere persone in ginocchio, con gli occhi chiusi, immerse in una preghiera sussurrata, o intenti a pronunciare l’invocazione più antica legata al culto:

Pi la nostra uai, Santa Lucia, facci rivedere la luce.”

La chiesa e la grotta si completano a vicenda. La prima è spazio d’incontro e liturgia, la seconda è dimora del mistero, rifugio di chi cerca un contatto più intimo con il divino.

UN PATRIMONIO DI FEDE E IDENTITÀ POPOLARE

Il Santuario di Santa Lucia non è solo un luogo di culto, ma anche un elemento identitario profondo per la comunità di Erchie. Ogni anno, migliaia di persone vi si recano in pellegrinaggio, spesso nei giorni dedicati alla santa (13 dicembre e lunedì dopo Pasqua), per rinnovare la propria fede, ringraziare per una guarigione, o semplicemente ritrovare stessi.

Il legame tra il santuario e il territorio è fortissimo: l’iconografia popolare, le preghiere in dialetto, i canti tradizionali e le cerimonie contribuiscono a mantenere viva una memoria condivisa, tramandata di generazione in generazione.

UN TESORO NASCOSTO DA SCOPRIRE

Il Santuario di Santa Lucia di Erchie è una meta ancora poco conosciuta dal turismo di massa, ma proprio per questo ancora autentica e integra nella sua spiritualità. Un luogo dove il tempo sembra essersi fermato, e dove ogni angolo respira silenzio, attesa e miracolo.

Chi cerca un’esperienza intensa, che vada oltre la bellezza architettonica e si insinui nel cuore delle cose, troverà in questo santuario una risposta silenziosa, fatta di acqua, roccia e luce.

Entrare nella grotta significa scendere dentro stessi, e forse, in quell’umile ruscello che scorre da secoli, riscoprire la forza del credere.

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