Su RaiPlay il giallo con Giampaolo Morelli imperdibile

Una Torino elegante e ambigua, un delitto irrisolto, un commissario diviso tra razionalità e attrazione: è questo il cuore di La donna della domenica”, miniserie disponibile su RaiPlay e ispirata al romanzo di Fruttero & Lucentini, considerato un caposaldo della narrativa italiana degli anni Settanta.

Un’opera che non ha bisogno di effetti speciali per colpire, ma si affida a sguardi, silenzi e dettagli per costruire una tensione intensa e mai urlata. Un prodotto che restituisce alla fiction italiana l’eleganza della parola e la forza dell’atmosfera.

Giampaolo Morelli è il commissario Santamaria: una prova d’attore sorprendente

Protagonista assoluto è Giampaolo Morelli, volto amatissimo della televisione italiana, che sorprende nel ruolo del commissario Santamaria. Lontano dalle interpretazioni più sopra le righe a cui il pubblico è abituato, Morelli si muove in questo progetto con discrezione e profondità.

Il suo Santamaria è acuto, malinconico, umano. Un uomo che osserva più di quanto parli, che capisce più di quanto dica. È il cuore silenzioso di un’indagine che va oltre l’omicidio. Quando incrocia lo sguardo della misteriosa Anna Carla, il confine tra dovere e desiderio si fa sottile, quasi impercettibile.

Un cast corale per raccontare un’Italia divisa e affascinante

Accanto a Morelli, un cast di altissimo livello. Andrea Osvárt è la magnetica Anna Carla Dosio, moglie di un potente industriale, raffinata e sfuggente. Attorno a loro ruotano Antonino Bruschetta, Fabrizio Bucci, Franco Castellano, Laura Curino e Sergio Friscia, in una galleria di personaggi che disegnano con precisione una società borghese intrisa di segreti, ipocrisie e passioni represse.

Ognuno di loro è un tassello di un mosaico narrativo che ci parla di potere, apparenze e verità nascoste.

Un omicidio borghese che svela l’Italia degli anni Settanta

Il punto di partenza è l’omicidio dell’architetto Garrone, figura sgradevole e provocatoria, trovata morta in circostanze misteriose. Ma, come in ogni buon giallo, il delitto è solo il pretesto per scavare più a fondo.

La donna della domenica ci conduce in un viaggio potente nell’Italia degli anni Settanta, tra palazzi austeri, mercatini d’antiquariato, biciclette sul pavé e interni borghesi che parlano più delle parole. La fotografia scolpisce l’epoca, la regia di Giulio Base sa fermarsi sui dettagli, lasciando che siano gli ambienti a raccontare le emozioni.

Un adattamento fedele ma moderno di un grande romanzo

Pubblicato nel 1972, il romanzo di Fruttero & Lucentini fu subito un successo editoriale. Questa miniserie, suddivisa in due puntate, ne mantiene l’anima colta e popolare, riuscendo nell’impresa di modernizzare la forma senza tradire il contenuto.

La narrazione televisiva amplifica la tensione già presente nel testo, regalando allo spettatore scene sospese, dialoghi misurati e un ritmo che avanza senza fretta, ma con costante coinvolgimento. Il risultato è un prodotto capace di appassionare tanto il pubblico nostalgico quanto quello contemporaneo.

Perché vale la pena guardare La donna della domenica oggi

La donna della domenica è molto più di un giallo. È una riflessione su ruoli sociali, relazioni umane, ipocrisie borghesi e dinamiche di potere. Mostra la rabbia silenziosa di chi ha troppo poco e il disagio nascosto di chi ha troppo. È una storia fatta di non detti, sguardi e contraddizioni, che oggi risuonano più che mai.

La performance di Morelli accompagna lo spettatore lungo un percorso emotivo coinvolgente: non è un eroe infallibile, ma un uomo che si lascia coinvolgere, che sbaglia, che prova a capire. E che, nel farlo, ci rappresenta tutti.

Una miniserie che lascia il segno, anche senza clamore

Nonostante non abbia vinto premi, La donna della domenica ha lasciato un’impronta importante nella serialità italiana. Ha riportato l’attenzione su storie radicate nei territori, su ambientazioni d’epoca e su un modo sobrio e intelligente di raccontare.

È stata un’apertura verso una fiction più matura, più intima, che parla con rispetto e delicatezza, senza mai rinunciare all’intensità. Ha ispirato altre produzioni, diventando modello di un ritorno al racconto italiano autentico.

Un’occasione da non perdere su RaiPlay

Rivedere oggi La donna della domenica su RaiPlay è un atto di riscoperta, non solo di un titolo riuscito, ma di uno stile narrativo quasi dimenticato. È immergersi in un’epoca, in una città, in una storia che non grida ma arriva dritta al cuore.

Non è una visione nostalgica. È un invito a comprendere quanto ancora la narrativa italiana possa essere attuale, potente, raffinata. Un invito a lasciarsi sedurre da una storia fatta di eleganza, tensione e verità sepolte.

Guarda La donna della domenica. Non per ricordare il passato. Ma per capire cosa ancora oggi la letteratura e la televisione possono dirci, se usano le parole giuste.