L’idraulico svela come riparare il rubinetto che perde in 2 mosse: risparmi tempo e soldi

Il tipico ticchettio di un rubinetto che perde, spesso percepito solo come un fastidio acustico, nasconde in realtà un problema.

Il continuo spreco d’acqua causato da una perdita non solo incide sulle bollette ma contribuisce anche a un significativo degrado ambientale e strutturale. Grazie a dati aggiornati e indicazioni pratiche, è possibile intervenire tempestivamente e risolvere il problema senza ricorrere sempre all’intervento di un tecnico specializzato.

Secondo le ultime rilevazioni del Comune di Fiorano Modenese, un rubinetto che perde con un ritmo di circa 90 gocce al minuto può causare uno spreco annuo di ben 4.000 litri d’acqua, equivalenti a un consumo giornaliero di circa 11 litri. Questo volume corrisponde a diverse docce brevi, tradotto in termini economici significa un aggravio notevole sulle spese familiari. Non solo: l’umidità persistente generata dalla perdita favorisce la formazione di muffe e batteri, con conseguenti rischi per la salute e un deterioramento accelerato dei materiali circostanti, come mobili in truciolato e superfici in acciaio.

Come funziona un rubinetto e perché inizia a perdere acqua

Un rubinetto tradizionale regola il flusso dell’acqua tramite un vitone dotato di guarnizione elastomerica che, ruotando, si abbassa o si alza per chiudere o aprire il passaggio. Negli impianti più moderni, invece, si utilizzano miscelatori con cartucce a dischi ceramici: un meccanismo più sofisticato che consente un controllo simultaneo di temperatura e flusso ma è più suscettibile all’usura e alla formazione di incrostazioni calcaree.

Col passare del tempo, le guarnizioni si induriscono e si crepano, mentre il calcare e le impurità intaccano la funzionalità delle cartucce. Questi fattori, insieme a sbalzi termici e all’azione del cloro, sono le cause principali delle perdite.

Per i rubinetti tradizionali, la sostituzione della guarnizione è la soluzione più comune ed economica.
Diagnosi e riparazione fai da te(www.salgoalsud.it)

Individuare con precisione il tipo di perdita è il primo passo fondamentale per una riparazione efficace. Le perdite dal beccuccio indicano generalmente guarnizioni o cartucce usurate, mentre quelle alla base della manopola suggeriscono problemi al premistoppa o alle guarnizioni del corpo rubinetto.

Per i rubinetti tradizionali, la sostituzione della guarnizione è la soluzione più comune ed economica. Dopo aver chiuso l’impianto idrico e protetto le superfici, si rimuove il copritesta della manopola, si svita il vitone e si sostituisce la guarnizione con una di dimensioni identiche, preferibilmente in EPDM o silicone alimentare, materiali più resistenti e durevoli. L’applicazione di grasso siliconico alimentare migliora significativamente la tenuta e la durata del componente.

Nei miscelatori moderni, invece, è spesso necessario sostituire l’intera cartuccia. È importante acquistare un ricambio esatto, utilizzando la cartuccia originale come modello di riferimento, e rispettare l’orientamento durante il montaggio per evitare malfunzionamenti.

Effetti collaterali di un rubinetto che perde e strategie di prevenzione

Un rubinetto difettoso può causare danni più estesi del semplice spreco d’acqua: aloni resistenti e corrosione possono alterare le superfici metalliche, mentre l’umidità favorisce muffe e batteri, soprattutto negli spazi nascosti come sotto il lavabo o nelle fughe tra piastrelle. Tali problemi, se trascurati, possono compromettere la salubrità dell’ambiente domestico.

La manutenzione preventiva è quindi essenziale per evitare questi inconvenienti. Tra le buone pratiche consigliate vi sono:

  • Non serrare eccessivamente le manopole per preservare l’integrità delle guarnizioni
  • Pulire regolarmente l’aeratore per mantenere costante la pressione dell’acqua
  • Installare riduttori di flusso in impianti con alta pressione
  • Trattare periodicamente le guarnizioni con grasso siliconico per evitarne l’indurimento

Inoltre, è bene effettuare controlli periodici soprattutto sui rubinetti usati meno frequentemente e in locali non riscaldati, dove le variazioni termiche possono accelerare il deterioramento.

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