Pubblicato il 20 novembre 2020 — Tempo di lettura: 2 minuti
“Ma non ti piace proprio niente di questo lavoro?” chiede il piccolo Salvatore.
“Uno si abitua, e poi quando senti da qua sopra che il cinema è pieno, la gente ride e si diverte allora sei contento pure tu. Ti fa piacere che gli altri ridano, è come se fossi tu a farli ridere e gli fai scordare le disgrazie e le miserie, questo mi piace.”
Così Alfredo, nel film Nuovo Cinema Paradiso di Giuseppe Tornatore, spiegava il senso del suo mestiere al piccolo Salvatore, innamorato del cinema e dei suoi segreti. Ma oggi, di gente che ride e affolla le sale, non ce n’è più.
Il cinema e la pandemia
Negli ultimi anni il settore cinematografico italiano ha vissuto una lenta ripresa, culminata nel 2019 con un incremento del 13% di presenze rispetto all’anno precedente. Anche il 2020 era partito con segnali incoraggianti, ma l’arrivo della pandemia ha cambiato tutto.
Con il DPCM dell’8 marzo 2020, le sale hanno chiuso, grandi e piccole, e solo il 15 giugno è stato possibile riaprire. Sono nate nuove idee per salvare il settore: cinema all’aperto, drive-in, rassegne nei borghi, con una doppia funzione:
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Dare una nuova chance ai film penalizzati dalla chiusura.
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Riproporre i titoli premiati durante l’autunno precedente.
Nonostante il ritorno di pubblico — spinto anche dalla stanchezza per la visione domestica — i risultati sono rimasti deludenti: non oltre i 30 milioni di biglietti venduti.
La nuova chiusura del 25 ottobre 2020 ha bloccato nuovamente tutto, indipendentemente dalla situazione sanitaria delle singole regioni. I film più attesi sono slittati al 2021, e si attendono aiuti dal decreto Ristori per sostenere sale e lavoratori.
Cosa aspettarsi dal futuro prossimo
Forse non sarà questa la fine del cinema, che ha saputo reinventarsi più volte nella storia. Accadde anche durante l’influenza spagnola del 1918, quando le sale chiusero e si aprì la strada al modello industriale degli studi di Hollywood.
Ma oggi, più che il cinema stesso, a essere a rischio è il rito collettivo:
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La scelta del film tra pochi titoli.
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La corsa per non perdere nemmeno i trailer.
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Il buio in sala, la visione immersiva.
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La luce finale che riporta alla realtà.
La visione in streaming, con cataloghi infiniti e comodità casalinga, ha cambiato le regole del gioco. Le piattaforme digitali stanno inglobando tutte le fasi di distribuzione. Lo ha capito bene Disney, che ha lanciato il live action di Mulan direttamente su Disney+, a un prezzo pensato per una famiglia al cinema, senza passare dalla sala.
La tendenza è chiara: meno sale, meno programmazione, più film in streaming. Una integrazione verticale dove le grandi piattaforme controllano contenuti, distribuzione e pubblico.
Un sogno che si spegne?
In questo scenario, tornano tristemente attuali le parole del vecchio proprietario del Nuovo Cinema Paradiso, mentre guarda la demolizione della sala:
“Ormai, il cinematografo è solo un sogno…”
E forse, in parte, lo è davvero. Ma proprio come ogni sogno che si rispetti, il cinema può ancora sorprenderci. Sempre che, davvero, vogliamo tornare a viverlo insieme.