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Morgan e il Bugo-gate finiscono in tribunale. Psicodramma oppure psicoreato?

3 ' di lettura

La notizia in sé è breve e concisa: Bugo ha trascinato Morgan in tribunale, chiedendogli un risarcimento di 240 mila euro.

Robert Escarpit, in “Successo e durata delle opere letterarie”, sosteneva come un’opera d’arte potesse continuare a vivere, non solo tramite la lettura, ma anche attraverso il sentito dire e quindi diventa facile comprendere il motivo della contesa. Anche chi quella notte dell’8 febbraio 2020 colpevolmente non era sintonizzato su Rai Uno avrà sicuramente sentito parlare dell’affaire e può comprendere come l’azione legale sia stata intentata per il danno subito durante il Festival di Sanremo dello scorso anno. Morgan modificò il testo di “Sincero”, il brano che il duo portava in gara al Festival di Sanremo, rendendolo un duro j’accuse ai danni del cantautore milanese.

Il momento esatto in cui nasce il Bugo-gate

Secondo le prime ricostruzioni, se quella sera dietro il palco volarono morsi e sputi – eravamo ancora poco consapevoli del problema dei droplets come mezzo di trasmissione del coronavirus – dopo l’esibizione invece si alzò una cortina di ferro tra i due ormai ex-amici.

Il mondo musicale e non si schierò in favore dell’incolpevole Cristian Bugatti, reo soltanto di aver dato fiducia all’indisciplinato Marco Castoldi, che ha dato ennesima prova di essere un artista ingestibile, vanitoso e presuntuoso. Da quel momento in poi la vita dei due è cambiata, risolvendosi in una situazione che paradossalmente è stata un win-win. E se Bugo, dopo quasi venti anni di carriera underground è assurto alla ribalta nazionale, entrando addirittura nella Nazionale Italiana Cantanti e ricevendo una chiamata “di diritto” al Festival successivo, Morgan invece ha trascorso tutto il primo lockdown in vari studi televisivi, da Barbara D’Urso a La Vita in Diretta a raccontare la sua verità, presumibilmente come ospite pagato fior di quattrini. Proprio ciò di cui abbisognava in uno dei momenti più difficili della sua vita: problemi economici avevano infatti portato al suo sfratto dalla casa di Monza dove viveva con la nuova compagna.

Durante i salotti sul piccolo schermo però, Morgan più che avversare Bugo, si profonde in accuse gravi agli editori di “Sincero”, precisamente la Mescal e Valerio Soave, il manager che ha fondato l’etichetta discografica di Bugo. Morgan infatti sostiene di aver avuto parte attiva nella fase della stesura del testo e di essere stato estromesso dai credits del brano oltre ad aver subito il boicottaggio delle partiture da lui stese per “Canzone per te”, la cover con cui i due si sono esibiti durante la terza serata della kermesse e nella quale risiederebbe l’essenza della frase “la tua brutta figura di ieri sera”.

Accuse a cui Soave ha risposto in maniera dura, difendendo l’artista da lui rappresentato ed dicendo a Marco Castoldi, che pure in passato fu artista della sua scuderia, di non star bene e farsi curare. In quel momento qualcosa deve essersi rotto, perché se Bugo si è chiuso in un silenzio stampa sulla vicenda tanto lungo quanto appropriato, Morgan invece è “esploso”, pubblicando una versione integrale de “Le brutte intenzioni”, cioè la versione modificata del brano sanremese ed esibendosi in diretta Instagram durante il Sanremo successivo ogni volta che Bugo era chiamato a salire sul palco.

Così un caso che sembrava limitato all’aspetto più kitsch della dimensione musicale, si è trasformato in caso giudiziario. Secondo quanto riporta Rolling Stone, durante la prima udienza celebrata presso il tribunale di Milano a Morgan è stato contestato sia di aver modificato il testo di “Sincero” a Sanremo, causando così l’eliminazione dei due dalla gara, sia di aver condiviso “Le brutte intenzioni” sui social, quasi a diffamare tanto Bugo quanto i suoi collaboratori. In totale, per danni patrimoniali e non, la richiesta pervenuta a Morgan è, come detto in apertura, di 240 mila euro. Il giudice ha accolto la richiesta degli avvocati dell’ex leader dei Bluvertigo di poter redigere una memoria difensiva, così la prossima udienza è stata fissata per il 10 giugno.

Se Morgan ha reagito con un lungo post sul suo profilo Instagram che recita pressappoco così: «L’ultima moda in questa Italia moderna: artisti che denunciano artisti. Più in basso di così non si può andare, più lontano dal senso libertario dell’arte stessa, neppure. È proprio arrivata la fine per quella nobile figura che fu il cantautore veicolo di messaggi di libertà e di umanità. Bugo diventa ricco e famoso e denuncia l’artista che a titolo gratuito l’ha lanciato». Bugatti, invece, intervistato in merito alla questione da Rainews 24, svicola «È uscita questa notizia riportata da molte testate. Ma riporta alcune cose non vere, distorte.

La vertenza iniziata non riguarda l’eliminazione di Sanremo e l’azione giudiziaria non è stata avviata da me ma dagli editori della canzone, che sono i proprietari del brano». In queste frasi emerge quasi un fastidio, come se Bugo non avesse voluto intentare la causa e si fosse trovato coinvolto dalle contingenze. Quello che è sicuro è che la vicenda è ancora lontana dal risolversi e che ne sentiremo parlare ancora. Un vero peccato, sarebbe stato meglio se i due avessero continuato a far parlare di loro per la loro musica, piuttosto che per beghe legali.

Mario Mucedola

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